IPSE DIXIT.


"Il Presidente Prodi è intervenuto per parlare di questa visione di regolamentazione delle unioni tra persone dello stesso sesso, non sono queste le riforme che il paese e i giovani si attendono".

Chissà come farà uno nato nel 1919 a sapere cosa vogliono i giovani oggi... MAH!


PS: nella foto, una persona che già da giovane appariva vecchia.

Goodfellas.


Kaiser Chiefs - Yours Truly, Angry Mob

"Yours Truly, Angry Mob" non è "Employment". Quindi, se siete affezzionati a quel disco, come il sottoscritto, dimenticatevelo. In questo secondo effort non c'è speranza che troviate un sound che si rifaccia all'album d'esordio. Se i blur, che considero il gruppo a cui maggiormente si rifanno i cinque di Leeds, ci impiegarono un album di transizione ("The Great Escape") per liberarsi del Brit-pop, i Kaiser Chiefs passano direttamente da un suono e un ambiente molto british a un rock più diretto, meno sfarzoso, più cupo e certamente più incazzoso.
Come già il titolo e la seconda traccia dell'album, "The Angry Mob", ci suggeriscono, qui il sentimento che guida le note è proprio l'anger, la rabbia. Per certi versi il sound che esce fuori da questo album prodotto da Stephen Street uno se lo aspetterebbe più da The Horrors (vedi "My Kind Of Guy"), come dimostrano anche il new look che accompagna l'uscita del disco: cappotti, maglie, scarpe, giubbotti e pantaloni di rigosoro colore nero. Naturalmente tra gli esponenti del Garage/Punk/Surf londinese e i Kaiser Chiefs continuano ad esserci le dovute differenze: troviamo nuovamente gli urletti di Ricky Wilson, ma più in lontananza, mixati con lo sfondo, la chitarra che suona soprattutto assoli, le tastiere, sebbene più cupe e più invisibili.
Tre quarti d'ora di (Brit?)-Rock tra cui spiccano le ultime due tracce: "Try Your Best" e "Retirement", il primo un pezzo lento che ricorda l'evoluzione di blur (torniamo sempre lì!) nel periodo post Brit-pop e il secondo una canzone che riprende un ritmo Brit ma lo supera, portandolo oltre il genere, mescolando con qualcos'altro e dichiarandone la sua morte. Alcune canzoni potrebbero essere stati scritte da Graham Coxon (pensa un pò!) e inserite in uno dei suoi ultimi due album (stranamente prodotti dallo stesso Stephen Street) come ad esempio "Everything Is Average Nowadays" o "High Royds". "Boxing Champ" è la mosca bianca tra le tredici tracce per due motivi: è cantata da Nick Hodgson, batterista e songwriter, e, insieme a "Learnt My Lesson Well", sono le uniche canzoni che si rifacciano, con il suo giro di piano la prima e con il suo ritmo sbarazzino la seconda, a sonorità anglosassoni più pure (vedi alla voce "The Beatles post Revolver Era", obviously).
E' facile notale come nell'album ci siano diverse canzone con un ritornello facilmente orecchiabile e ripetitivo che invita a cantare, e qui mi riferisco a "Ruby", "The Angry Mob" e "Heat Dies Down", ma che a differenza di Employment non invitino, tranne forse la prima, a saltare sulla sedia e iniziare a menare il culo (in gergo: ballare). "Love Is Not A Competition (But I'm Winning)" e "I Can Do Without You" sono due belle ballate ritmiche per le quali vale lo stesso discorso appena fatto in precedenza, "Thank You Very Much" è il continuo naturale di "I Predict A Riot" alla quale si rifà soprattutto nelle prime note che il sintetizzatore suona.
In sintesi? Com'è sto disco? Sicuramente positivo. Sicuramente meno immediato rispetto all'esordio. Sicuramente pronto ad occupare sempre più il mio cuore ad ogni nuovo ascolto.

PS#1: Già al secondo ascolto sto album è un fichissimo. Al terzo diventa un capolavoro di sicuro!

PS#2: col cazzo che quest'anno la TOP 10 mi basta!

Salutate Romano!

Avanti miei Prodi!

Appunto:

- Finire l'Università al più presto e, subito dopo, comprare un biglietto di sola andata per un paese civile che non veda apparire la parola Comunista in parlamento.

Meta preferita: U.K.

Buon compleanno Kurt!

Kurt Cobain
20/02/67 - 05/04/94

Coincidenze.

Divido il compleanno con questa signorina qui.


Che bello! :)

PS: vorrà ben dire qualcosa...

Mal di pancia.

Salivo le scale e mi chiedevo: "che cazzo serve tutto questo?"

No perché mi piacerebbe saperlo. Ti affretti ad appendere dei pezzi di carta al muro che poi ti portano realmente a cosa? Forse alla gloria personale, più realisticamente ad avere una parete diversa dagli altri, almeno quei pezzi di carta li puoi avere solo tu, con il tuo nome dico.

Ovunque è un sentirsi dire di no, oppure che la situazione fa schifo, che il lavoro non c'è, che è così che bisogna accettarlo. Uno si chiede: ma di che devo campare? Di sola aria? Almeno la cura dimagrante è assicurata.

Ho un pezzo di carta e mi manca l'altro. Tanto per avere una parete ben decorata, mica per altro. Già con l'idea che mi toccherà fare lo studente ancora per due anni e poi? Dopo non ci sono più alibi. Dopo hai 28 anni, sei vicino ai trenta, forse vorresti essere indipendente, sul serio, non come ora che è tutta una burla, crearti un futuro che per una buona fetta ti sei già giocato perché volatilizzato nel passato. Ti sei fregato gli anni migliori. "Per cosa poi?".

E' una domanda assillante questa. La risposta più ovvia sarebbe: passione. Non ti soddisfa più, non più come prima, non più pienamente. Si diventa più pragmatici cazzo. Non si campa di passioni come non si campa d'aria. Le passioni ti fanno vivere ma non ti fanno campare, materialmente dico, e visto che la nostra anima è imprigionata nel nostro corpo dobbiamo pure tenergli dietro a quest'ultimo sennò muoiono entrambi.

Vivere alla giornata è una rottura di cazzo impressionante. Gli unici impegni a lunga scadenza sono i concerti e gli esami al Dams che devo, anzi voglio, finire al più presto per non darla vinta a me stesso.

Il mal di pancia ce l'ho veramente. Sarà anche st'inutile Semiotica. Un bel fanculo di cuore a Metz, Deleuze e a tutti sti cazzo di teorici francesi ci sta benissimo.

PataPACS!

Le solite (in)decisioni all'italiana.

Viva l'Italia!

Viva Zapatero!

Schifosi Bastardi.


Basta.

E' ora di chiudere gli stadi alle curve.

The Fratellis, Rolling Stone, Milano, 01/02/07

APPUNTI:

1) Non tornare più al Rolling Stone a vedere un concerto se non è strettamente necessario, il locale è nuovo ma l'acustica è pessima! Alti e bassi suonano alla stessa frequenza in un rimbombo ovattato che non permette di distinguere una benché minima variazione di note.

2) I giovincelli sbarbati che si credono tutti dei gran figaioli mi rompono sempre più i coglioni con i loro poghi del cazzo.

3) Ma nei locali pubblici non è proibito fumare? (anche per il bassista sul palco)

4) Il gruppo suona bene, peccato ci sia il punto uno.

5) Notevoli problemi con il basso ad inizio concerto. Diversi stop durante l'esecuzioni.

6) 40 minuti di show principale e 10 di encore sono un pò pochini.

7) Quando tutti i componenti di una band suonano uno strumento lo show perde in spettacolarità (chiedere a Ricky Wilson dei Kaiser Chiefs cosa faccia senza uno strumento tra i coglioni).

8) Peccato perché il concerto sarebbe stato entusiasmante se non fossero accaduti i suddetti eventi.

9) Fica la bandiera della Scozia disegnata sulla coda del basso.

10) Che palle tornare da Milano con un nebbione della miseria!

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