giovedì 11 settembre 2008
by VAN
Oggi è l'undici Settembre.
Non mi scorderò mai quel giorno. Avevo vent'anni e mi trovavo al CSC per sostenere gli esami in sede. Era la prima volta, ancora non sapevo che ce ne sarebbero state altre due. Stavo scrivendo un racconto. Finisco, consegno, esco. Mi incontro con Francesco che la mattina mi aveva accompagnato in macchina e ci dirigiamo verso casa sua, a Cerveteri. In autostrada buchiamo, percorriamo ancora i quattro o cinquecento metri che ci separano dal primo distributore e così roviniamo il cerchione. Il benzinaio, un tipo calvo col pizzetto, ci cambia la gomma. Ci rimettiamo in macchina e arriviamo a destinazione. Non c'è molto traffico. Passiamo la grande porta a vetri e il nonno di Francesco - Francesco anche lui - seduto sul divano, ci guarda e, con quel mezzo ghigno eccitato di coloro che non si rendono conto, ci dice: "Due aerei si sono schiantati contro le Torri Gemelle". "Che cazzata!" è l'unica risposta che riusciamo a dare a noi stessi. Ci voltiamo e osserviamo il fumo uscire dai palazzi. Le domande si fanno infinite: chi? quando? perché? come? e ora? Il resto della giornata si trasforma in un ossessiva volontà di spiare un palazzo che muore, l'ossessiva volontà dell'osservare tutto, senza farsi sfuggire nulla. Quelle riprese, quel giorno, hanno cambiato per sempre il nostro immaginario audiovisivo. Così, in diretta. Mi ricordo le telefonate ai miei, a Elisa. E' stata la prima volta in cui ho avuto veramente paura. Paura perché era finito il mondo dorato e felice in cui ero vissuto durante tutta la mia giovinezza. Paura di non sapere come sarebbe stato domani. Un mese prima ero su quelle torri. Questo pensiero continua a provocarmi la pelle d'oca. Ho delle riprese dal World Trade Center. Non le ho più riviste. Mi ricordo di avere scattato una foto a delle ragazze su in cima. Era bella la vista da lassù. Se chiudo gli occhi me la ricordo ancora. La città che si muove caotica ai tuoi piedi, la statua della Libertà lontano, in mezzo al mare. Per un momento è stato sentirsi come Dio.
Sono passati sette anni. E' giusto non dimenticare quello che è successo. Non mi importa chi sia stato in realtà, se Bin Laden o, come dice qualcun'altro, Bush. Mi interessa solo ricordare la vita delle persone che sono morte lì dentro perché quel giorno una parte di noi se ne è andata con loro. Per sempre.