The Great Danger sono piccoli ma suonano divinamente. Batteria, basso, chitarra e potente voce femminile che crea un rock-punk abbastanza melodico. 20 minuti di puro divertimento. E' bello poi vedere bassista e chitarrista buttarsi in mezzo alla folla dopo il loro show con l'intento di vendere il loro cd a 5 € (anche se, a dirla tutta, si avvicinavano solo alle ragazze! Sicuramente c'erano secondi fini... Beati loro!).
Nat Jenkins, qui accompagnato dai The Delmar Dogs, è un giovane, anche lui, cantautore di Brighton (come il gruppo precedente) che suona un rock melodico e potente molto stile anni '50 americano. Sembrerà una bestemmia ma la persona a cui l'ho immediatamente associato non appena ha iniziato il suo show è stato Elvis, The King. Set divertente, lui ha una voce potente e bellissima, capace di cantare qualsiasi cosa. Anche per lui 20 minuti abbondanti di presenza sul palco.
Poi The Kooks che, ahimé, sono stati il più brutto concerto a cui ho mai preso parte. Ora c'è da dire che l'album non prometteva niente di che. Alcune canzone sono carine ma si è sentito di meglio quest'anno. E poi il genere di musica che fanno un pop-rock melodico (e a volte melenso, troppo) non è proprio il genere di musica che ultimamente ascolto e apprezzo di più. Comunque, preso dalla mania per tutto ciò che viene dall'Inghilterra, ci sono andato e, se ci fossero stati solo loro, il prezzo del biglietto sarebbe stato troppo elevato per 50 minuti di show comprensivi di mini-break. Il pensiero che mi è apparso tra le sinapsi è di essermi andato a cacciare in un concerto di una boyband mascherata da rock band. Intendiamoci non suonano male, anzi, tecnicamente sono bravi ma a livello compositivo non sono Pete Doherty. Ma neanche The Horrors o Klaxons per dire due gruppi emersi da poco. Ok, non suonano nemmeno la stessa musica ma se uno ha un'idea sua riguardo la composizione della musica si nota, qualsiasi genere si ascolti. The Kooks sono una classica band da pubblicità. Bellocci, faccia pulita, pop-rock melodico. Le hanno tutte per piacere alle ragazze. Infatti il Nuovo Estragon era piena di fighe (leggasi la sineddoche) ululanti al quartetto. Sinceramente speravo che il live suonasse meglio dell'album ma mi sbagliavo. Comunque la maglietta l'ho presa lo stesso.
E stasera Skin al Vox. L'aspettativa è enorme. Non la vedo dal 2000 al Palasport di Modena quando suonava con gli Skunk Anansie. Si spera che suoni anche diversi pezzi della band, sennò sarebbe un peccato.

Qualche foto (che questa volta sono riuscito a farne anche poche perché l'illuminazione dello spettacolo, soprattutto quello degli headliner era pessima):

The Great Danger
(il chitarrista indossava la maglietta del tour Soviet Kitsch di Regina Spektor, un mito!)


Nat Jenkins


The Kooks

1 commenti:

    On 3/12/06 21:37 Anonimo ha detto...

    guarda quello che dici non è del tutto errato ma dire che i the kooks han fatto schifo è a dir poco una bestemmia!!!io li ho sentiti al rolling stone e non mi aspettavo fossero così paurosamente bravi!!!!!secondo me dovresti un po valutare che ci sono generi e generi di gruppi rock o piu precisamente indie,le melodie delle canzoni non hanno paragoni,tutti sono bravi tutti sono delle merde basta che la musica ti entri nel sangue!!!! loro ricordano un po david bowie anche perchè è il loro idolo non che il loro nome deriva da una sua canzone stupenda!!!!ovviamente nel nostro mondo di ora fatto di apparenza manager assetati di soldi pubblicità immagine non possiamo permetterci di avere gruppi come beatles and co.
    per quanto riguarda Nat J. non ho parole con una semplice parola: superbo!!!

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