L'altro lato del fiume.
venerdì 30 novembre 2007 by VAN
Ho voglia di scrivere. E invece mi tocca leggere. Leggere, leggere, leggere. Non che sia brutto, affatto. Devo dire che ciò su cui i miei occhi posano il loro sguardo è alquanto interessante. Ma ho voglia di fare, mettermi seduto e lasciare andare le mani. Non di sceneggiatura. Quella devo completarla, per lavoro, se così si può chiamare, ma non ne ho voglia. Sono uno sfaticato, questo è certo. La finirò e anche in fretta ma ciò che desidero è scrivere. Non ho idee, ma non importa, verranno. Oppure di idee ne ho fin troppe e non riesco a metterle una in fila all'altra. Non sapere da dove cominciare è brutto. Ma forse lo so. E che solo non ho tempo. Questa Laurea è mortale. Ti ruba i tuoi anni migliori. I miei anni migliori. Ma sono io che me la sono cercata, non mi ha obbligato nessuno. Ripensamenti sul Centro? Nah. Sono stati tra i tre anni migliori della mia vita. Certo, non mi hanno portato soldi e fama - ma qualcuno, già prima, ci credeva? - e nemmeno uno straccio di lavoro pagato, le uniche cose che ho fatto le ho fatte da solo (alone) e devo dire sono state interessanti. E' stata interessante. E' interessante. Però fa piacere vedere la faccia di quelli con cui parli rimanere alquanto compiaciuta quando sanno di parlare con uno che ha "fatto (fatto?) cinema". Nessun ripensamento. Mica per queste piccole soddisfazioni ovvio, bene essere narcisi ma senza esagerare. Tre anni importanti. Mi sono divertito, l'ho già detto e comunque sono cresciuto. E poi ora, a ventisei anni - quasi ventisette, quasi ventisette (Holy Christ!) - scopro l'Università che prima di adesso non avevo mai frequentato nonostante una tutt'altro che magra media voti. Bologna è un posto interessante. Bello. Affascinante. Roma è meglio architettonicamente, non c'è che dire ma Bologna ha qualcosa in più. Sarà che è al centro dell'Emilia-Romagna, quindi è al centro del Mondo, perché l'Emilia e la Romagna sono il centro del mondo. Sono IL MONDO. E' difficile da spiegare per chi non vi è nato. O forse sono io che non lo so spiegare. Ma le giornate grigie e fosche, quando la nebbiolina ti intirizzisce le ossa e ti penetra nel cuore oppure quando d'estate il sole ti batte sulla testa e vedi i fiumi secchi, privi di acqua o il mare di Cattolica con quell'acqua scura, sabbiosa, sporca come molti la definiscono e l'aria calda si alza dal terreno crepato nei campi tra Spilamberto e Vignola su su lungo le colline. Ti senti a casa e non vorresti mai andartene, isolandoti da tutto il resto perché tutto ciò che desideri, la vita, è qua. La non-vita è altrove, ovunque, forse tranne che a Londra e dove sostano la natura, i boschi, le foreste, i vigneti. Vedi tutto e torna a casa. Casa. Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Imola, Cesena, Rimini, poi su fino a Ravenna, Ferrara e di nuovo Piacenza, sulla nostra sponda del Po, seduto sull'argine a osservare l'altro lato del fiume. La fine del mondo, la fine di noi stessi e del nostro umile essere. E' bello sentirsi a Casa. Cazzo che voglia di scrivere.