The (missing) Prestige.

The Prestige può essere una dimostrazione di come in un film se tutti i protagonisti sono degli anaffettivi (leggere tra le righe: degli stronzi), soprattutto con lo spettatore, comunicandogli un sentimento di vicinanza nei suoi confronti, vogliamo chiamarla empatia, il film non funziona.
La sceneggiatura dei fratelli Nolan è completamente sbilanciata, non calibrata ma, purtroppo, prevedibile. I personaggi non si fanno amare, come già detto, e non dando questa possibilità allo spettatore, colui che guarda non può far altro che sbadigliare chiedendosi per quale motivo osservi una storia che ha già capito come sarebbe andata a finire dopo quasi un'ora dal suo inizio. Se l'aspetto più importante del film, al posto delle tette di Scarlett Johansson, si rivelano delle lampadine che si illuminano in un campo, succhiando energia alla città, per merito degli studi di Nikolas Tesla, beh, evidentemente c'è qualcosa che non va. Se il personaggio buono (o che potremmo reputare buono) si rivela, in fondo, anche lui uno stronzo beh è difficile innamorarsi di lui e del film.
Sinceramente da Nolan mi sarei aspettato altro. Di più. Non solo per Memento, quella è stata una piacevolissima intuizione (non colpo di genio) ma anche l'ultimo Batman non mi era affatto dispiaciuto. Peccato, peccato sul serio. Anche perché gli attori c'erano tutti. Il personaggio della Divina Scarlett poteva anche non esserci sarebbe stato uguale, anche perché questa volta, per la sua poca presenza filmica, non possiamo nemmeno affermare di esserci deliziati gli occhi.

David Bowie nei panni di Nikola Tesla.

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