Mal di pancia.
venerdì 16 febbraio 2007 by VAN
Salivo le scale e mi chiedevo: "che cazzo serve tutto questo?"
No perché mi piacerebbe saperlo. Ti affretti ad appendere dei pezzi di carta al muro che poi ti portano realmente a cosa? Forse alla gloria personale, più realisticamente ad avere una parete diversa dagli altri, almeno quei pezzi di carta li puoi avere solo tu, con il tuo nome dico.
Ovunque è un sentirsi dire di no, oppure che la situazione fa schifo, che il lavoro non c'è, che è così che bisogna accettarlo. Uno si chiede: ma di che devo campare? Di sola aria? Almeno la cura dimagrante è assicurata.
Ho un pezzo di carta e mi manca l'altro. Tanto per avere una parete ben decorata, mica per altro. Già con l'idea che mi toccherà fare lo studente ancora per due anni e poi? Dopo non ci sono più alibi. Dopo hai 28 anni, sei vicino ai trenta, forse vorresti essere indipendente, sul serio, non come ora che è tutta una burla, crearti un futuro che per una buona fetta ti sei già giocato perché volatilizzato nel passato. Ti sei fregato gli anni migliori. "Per cosa poi?".
E' una domanda assillante questa. La risposta più ovvia sarebbe: passione. Non ti soddisfa più, non più come prima, non più pienamente. Si diventa più pragmatici cazzo. Non si campa di passioni come non si campa d'aria. Le passioni ti fanno vivere ma non ti fanno campare, materialmente dico, e visto che la nostra anima è imprigionata nel nostro corpo dobbiamo pure tenergli dietro a quest'ultimo sennò muoiono entrambi.
Vivere alla giornata è una rottura di cazzo impressionante. Gli unici impegni a lunga scadenza sono i concerti e gli esami al Dams che devo, anzi voglio, finire al più presto per non darla vinta a me stesso.
Il mal di pancia ce l'ho veramente. Sarà anche st'inutile Semiotica. Un bel fanculo di cuore a Metz, Deleuze e a tutti sti cazzo di teorici francesi ci sta benissimo.
No perché mi piacerebbe saperlo. Ti affretti ad appendere dei pezzi di carta al muro che poi ti portano realmente a cosa? Forse alla gloria personale, più realisticamente ad avere una parete diversa dagli altri, almeno quei pezzi di carta li puoi avere solo tu, con il tuo nome dico.
Ovunque è un sentirsi dire di no, oppure che la situazione fa schifo, che il lavoro non c'è, che è così che bisogna accettarlo. Uno si chiede: ma di che devo campare? Di sola aria? Almeno la cura dimagrante è assicurata.
Ho un pezzo di carta e mi manca l'altro. Tanto per avere una parete ben decorata, mica per altro. Già con l'idea che mi toccherà fare lo studente ancora per due anni e poi? Dopo non ci sono più alibi. Dopo hai 28 anni, sei vicino ai trenta, forse vorresti essere indipendente, sul serio, non come ora che è tutta una burla, crearti un futuro che per una buona fetta ti sei già giocato perché volatilizzato nel passato. Ti sei fregato gli anni migliori. "Per cosa poi?".
E' una domanda assillante questa. La risposta più ovvia sarebbe: passione. Non ti soddisfa più, non più come prima, non più pienamente. Si diventa più pragmatici cazzo. Non si campa di passioni come non si campa d'aria. Le passioni ti fanno vivere ma non ti fanno campare, materialmente dico, e visto che la nostra anima è imprigionata nel nostro corpo dobbiamo pure tenergli dietro a quest'ultimo sennò muoiono entrambi.
Vivere alla giornata è una rottura di cazzo impressionante. Gli unici impegni a lunga scadenza sono i concerti e gli esami al Dams che devo, anzi voglio, finire al più presto per non darla vinta a me stesso.
Il mal di pancia ce l'ho veramente. Sarà anche st'inutile Semiotica. Un bel fanculo di cuore a Metz, Deleuze e a tutti sti cazzo di teorici francesi ci sta benissimo.
Che dire? Non lasciarti prendere dallo scoramento e tieni stretta la tua passione.
Deleuze, vale la pena.
Mamma.
Che devi fare è la triste vita dello sceneggiatore hehehehehe. Dai su col morale ;) Auguri in ritardo. Il mio e' tra pochi giorni! ciao
Giordano