Thom Yorke - The Eraser (ovvero: assecondiamo Zentouch la quale afferma che io le copio i post!)
giovedì 1 giugno 2006 by VAN
Ultimamente mi stavo preoccupando per il mio estremo piacere verso tutto ciò che mi capita sottomano. Poi arriva, finalmente, il primo e tanto atteso album di Thom Yorke e scopro che le mie preoccupazioni non sono fondate. Il cd è una mezza delusione. Mi aspettavo di più probabilmente. Ho letto che qualcuno lo paragona a Kid A ma credo che affermarlo sia troppo una forzatura. Se ti chiami Thom Yorke e suoni un album elettronico non per forza vuol dire che hai composto un nuovo capolavoro come il quarto album di Radiohead. Perché questa è la verità: nel disco si sente la mancanza dei fratelli Greenwood, Ed e Phil. Comunque non mancano i piccoli gioielli. La parte centrale del cd (The Clock, Black Swan - la migliore di tutte e la più radioheadiana - e Skip Divided) sono molto belle, con un buon ritmo e ricordano, loro sì, le canzoni di Kid A. Probabilmente solo perché il composer è il leader di Radiohead l'album venderà bene però credo che, contrariamente alle aspettative, non finirà nella mia Top 10 di quest'anno.
E' naturale che si scherza. :)
i radiohead sono morti. viva i radiohead.
e' un capolavoro
D' accordissimo col recensore... non è brutto... ma sinceramente mi aspettavo... moooooolto di + da THOM YORKE,,, la sensazione è che abbia voluto strafare senza sapere bene dove andare a parare... intendiamoci l' album non è brutto... ma se questo è thom yorke al massimo... bè allora è vero che i radiohead sono altra cosa... credo che con solo la chitarra acustica e il piano Thom avrebbe potuto regalarci dei capolavori... così ci regala solo dei pezzi discreti... piacevoli ma nulla di +,,,.... cio' che amo dei radiohead è l' estrema capacità di farmi arrivare la pelle d' oca un' infinità di volte... questo disco non ci riesce seppur sia piacevole...
Aspetto con ansia il seguito di hail to the thief...
cmq the eraser l' ho comprato e garantisco che non sono soldi buttati... forse pero' lo sono quelli degli stipendi dei recensori che gridano al capolavoro
Druey