F.A.Q.

A quanto mi è stato detto diverse persone si pongono le medesime domande. Vista la mia scarsa propensione all'espressione orale (conosciuta anche come "mi tira il culo parlare") e la mia innata attitudine alla scrittura ecco questo piccolo F.A.Q. con le risposte agli impellenti quesiti.

D: Perché Enrico ha abbandonato la sua carica di Segretario e il suo posto in Consiglio Direttivo dell'Associazione Temple Bar?

R: Perché la sua vita è piena di altri impegni che deve rispettare. Impegni che lui giudica più importanti della gestione di un luogo di aggregazione giovanile nonostante il tutto parta da un suo progetto. Impegni che, spera, lo portino a venire retribuito nel minor tempo possibile e che in maggioranza prendono corpo a Roma rendendo impossibile un suo coinvolgimento nell'Associazione. Secondariamente non condivide il modo in cui il progetto, fin dalle prime dichiarazioni, soprattutto dall'amministrazione comunale, è stato presentato all'opinione pubblica, enfatizzando maggiormente l'aspetto punto di ristoro a scapito di quello culturale.

D: Perché Enrico non era all'inaugurazione del Temple?

R: Aveva qualcos'altro da fare.

D: Che cosa aveva da fare la sera dell'apertura?

R: Enrico, sfortunatamente, aveva da lavorare.

D: Perché Enrico non è ancora passato dal Temple?

R: Fino ad ora gli è mancato il tempo ma, soprattutto, la voglia di passarci.

D: Quando Enrico andrà al Temple?

R: Quando avrà tempo e, soprattutto, voglia.

D: Halloween o il prossimo weekend possono essere due date plausibili?

R: Purtroppo no, ha già altri impegni.

D: Di che impegni si tratta?

R: Enrico detesta le feste. In particolare quelle insulse, soprattutto se sono in maschera e inutilmente scopiazzate dagli americani. Non ne sente la necessità. Secondariamente le feste gli mettono tristezza e a causa del troppo lavoro ha perso diverse prime visioni al cinema che deve assolutamente recuperare prima di tornare a Roma. Venerdì, invece, Enrico è a Bologna al Nuovo Estragon a vedere il concerto di The Kooks mentre Sabato si trova a Nonantola al Vox ad assistere al concerto di Skin.

D: Enrico ha litigato con qualcuno?

R: No. Enrico è certo di non aver litigato con alcuno.

Quando la Storia diventa Tradizione.

A quasi un anno di distanza la storia si ripete:

A Milano si gioca il Derby...

... io passo la serata con la morosa (milanista)...

... e VINCIAMO LA PARTITA!

Che stia diventando una bella tradizione?

Stamattina terza lezione con Monteleone. La solita aria di febbricitante ottimismo che si può riassumere nella ormai arci-ascoltata frase: "o conoscete qualcuno, o siete parenti di qualcuno, sennò scordatevi cinema e tv in Italia".
Però Enzo esplica una teoria, giusta, sulla quale avevo già riflettuto e iniziato a lavorarci già da quest'estate: "se vuoi fare un film, pubblica un libro". Sembra una scemenza ma analizzando la realtà si arriva alla conclusione, amara, che i produttori italiani le sceneggiature, un centinaio di fogli rilegati assieme alla bene e meglio con una copertina lucida e un retro in cartoncino di colori differenti l'uno dall'altro, non le aprono neanche, vengono appoggiate, solitamente dalle segretarie, in un angolo a prendere polvere fino a che qualcuno, spazientito, non le fa arrivare al più vicino cassonetto. Inoltre, oggi, onde evitare anche il faticoso viaggio verso i bidoni, ti chiedono di spedire tutto via mail così da non aprire il file e cestinarlo immediatamente, anche perché, in Italia, non è prassi rispondere alle persone ma la normalità consiste nel non farsi più risentire facendo cadere tutto nel dimenticatoio.
Però qualcosa che possa scalfire questo meccanismo esiste ed è il libro. Sebbene molti di essi siano di quanto meno cinematografico ci possa essere, i produttori se si vedono recapitare un libro gratuitamente, forse attratti dalla copertina colorata e la foto dello scrittore, lo sfogliano e sono capaci di leggerlo, magari in vacanza o prima di dormire. Questo probabilmente la dice lunga sulla loro considerazione che hanno per lo sceneggiatore e la sceneggiatura se per trovare idee buone secondo loro si debba ricorrere alla trasposizione dai romanzi. In America lo fanno da sempre, in Italia invece il fenomeno sta sbocciando soprattutto negli ultimi anni. Vedi ad esempio le produzioni Cattleya, ormai specializzate in ciò. Le case editrici poi, anche le più piccole e infime, sono ovunque sul territorio e pubblicano ormai ogni cosa. D'accordo la maggiorparte non sono Feltrinelli o Mondadori ma un libro agli occhi di un produttore cinematografico è sempre un libro, indipendentemente da chi l'abbia mandato in stampa. Anzi, forse è meglio che i diritti siano di proprietà di una casa piccola così all'atto della compravendita di quelli filmici può anche risparmiare.
Interessante è poi il caso di Ammaniti che avendo un contratto con Feltrinelli per un libro e non avendo una minima idea di cosa scrivere, per rispettare la scadenza, ha spedito alla casa editrice una sceneggiatura che aveva scritto per un suo sognato ed eventuale esordio alla regia. Quest'ultima, letto il copione, grazie al lavoro di uno dei loro editor ha pubblicato un libro nato dal manoscritto cinematografico consegnatoli dall'autore. Il titolo? "Io non ho paura".

PS: Spiegato l'arcano perché sui titoli finali del film viene riportato prima il nome di Ammaniti e poi quello di Salvatores. L'autore cinematografico è veramente il primo (almeno nella sua parte di scrittura).

Eventi di gala.

Stasera presentano in anteprima nazionale un corto che ho scritto, diretto, prodotto, montato etc etc etc etc al Yasujiro Ozu Festival Nazionale del Cortometraggio XVI edizione a Sassuolo, cinema San Francesco.

E' una vera merda ma se siete curiosi lo potete vedere qui sotto (ci mette un pò a caricarsi).



Mentre il 27 Ottobre presentano, al Fano International Film Festival, "Il Diavolo" di Andrea Lodovichetti. Qualcosa di serio. Qui la notizia data dal CSC mentre qui il programma del Festival. E sotto la copertina.


Lo sapevo...

... sarei dovuto andare.

Non posso rammaricarmi comunque, i biglietti non c'erano.

Però: peccato.

Belle notizie.

Il prossimo anno di questo periodo tutti a Berlino!

E nel comune del paese dove ho casa in Toscana hanno stilato un registro per le coppie di fatto!

Un motivo per dare a Pete altri soldi...

... Kate Moss che lo accompagna nel suo tuor italiano.

Pete è un drogato di merda ok ma detiene un talento della madonna e se non si facesse di qualcosa non sarebbe una cazzuta icona musicale. Nonostante questo e visto che i Babyshambles me li sono già visti quest'anno a Maggio (quando abbiamo aspettato 3 ore prima che iniziassero a suonare) non avrei voglia di regalargli altri soldi, non sono ricco, però è saltato fuori l'inaspettato:

Kate l'accompagna in tour come dimostrano queste foto.




E domani sera suonano qui a Roma. Un pensierino ce lo faccio. Ma tanto non ci saranno i biglietti. E poi Kate Moss li vale una ventina di €?

Si che li vale, cazzo.

Sempre peggio.

Qui, sia a destra che a sinistra, parlano tutti di unità, da una parte, come l'aveva nominato il Nano Malefico prima dell'elezioni, il "Partito del Popolo Italiano" dall'altra di questo fantomatico "Partito Democratico".

Nella pratica però non fanno altro che dividersi. E' di oggi la notizia che Follini è uscito dall'UDC e ha fondato il suo partito, al di fuori della CdL, "L'Italia di Mezzo" (non c'è che dire, molto tolkeniano). Tutto ciò arriva dopo la defezione nel centro-sinistra di Antonio Di Gregorio (noto voltagabbana passato dal PSI a FI poi alla Nuova DC e infine a IdV) e la fondazione del partito "Italiani Nel Mondo".

Due nuovi partiti con rappresentanza in parlamento nel giro di sei mesi dalle scorse elezioni. Partiti che non dovrebbero esserci non essendo stati eletti dal popolo perché, va ricordato, che con il proporzionale non si votavano gli uomini, bloccati dalle liste presentate, ma i singoli partiti.

Due movimenti che hanno lo stesso scopo: smarcarsi dal bipolarismo e fondare una terza via (per leggere tra le righe: una nuova Balena Bianca) alternativa per accasare tutti i moderati d'Italia.

Intento che vuole distruggere il tentativo di ridurre il numero dei partiti importanti a due o tre come ad esempio negli Usa o in Uk dove abbiamo chiaramente una sinistra e una destra prive di estremismi (ultra-fasci da una parte e ultra-comunisti dall'altra) e prive di quella componente tutta italiana del "grande centro" (cattolico e filovaticano). I moderati esistono e solitamente sono loro ad essere l'ago della bilancia di votazione in votazione passando da una parte all'altra. Qui da noi sembra che la componente cattolico-vaticana non riesca a trovare una sistemazione perché da una parte si trova costretta a convivere con gli eredi dei mangiapreti, PRC e PdCI, dall'altra con i "duri" di Pontida, la Lega.

Ora, giudicando inammissibile un tentativo di ricreare un nuovo mostro democristiano che sì, ci può aver salvato dal comunismo moscovita ma, come scrivevo l'altro giorno, non è stato capace di essere una guida per tutti gli italiani, per il semplice motivo che un'identità cristiana forte, legata ad ambienti vaticani, non può che essere di parte, un partito può anche essere di centro e al contempo farsi portabandiera di uno stato laico.

La soluzione plausibile è un vero bipolarismo con sistema di elezione maggioritario a collegi uninominali all'inglese dove il parlamentare è prima di tutto il rappresentante della zona in cui è stato eletto e come tale si deve rapportare con i cittadini che si devono rivolgere direttamente a lui per portare la voce della comunità in parlamento. In questa maniera si avrebbe un rapporto più diretto con il proprio rappresentante e soprattutto si ridurrebero a due i partiti perché sia a destra ma soprattutto a sinistra i partiti minoritari dovrebbero volutamente confluire nel partito unico per superare l'avversario perché un eventuale Partito Democratico a sé stante che oscilla tra il 30-35% non potrebbe mai superare un partito formato dall'unione di UDC, AN e FI che, come minimo, si attesterebbero sul 40-44%.

Credo che l'abbandono di vetusti riferimenti politici ormai da tempo sorpassati e una legge elettorale puramente maggioritaria e uninominale siano le uniche speranze per questo paese. La nazionale di calcio, ahi noi, non basta.

Forse è l'ora che qualcuno a sinistra si faccia un esame di coscienza e decida di affrontare seriamente il passato. Atti come quello accaduto a Gianpaolo Pansa ieri sera non sono degni di un paese che si crede civile e democratico. Se dopo più di sessant'anni non si può fare un esame o un dibattito serio sul nostro passato, se, ancora, continuiamo ad essere legati a denominazioni politiche, comunisti o fascisti, in perfetta sintonia con il secolo XX e non riusciamo a farne a meno, non capendo che, oggi, sono solo una zavorra ideologica vetusta (il che non vuol dire dimenticare ciò che è stato ma accorgersi che quelle visioni del mondo sono il nostro passato e non il nostro futuro), allora tutto ciò significa che viviamo in un paese morto, un paese senza futuro. Osserviamo la Spagna: sono usciti dalla dittatura trent'anni dopo di noi e, a detta di tutti, oggi pare che Franco non vi sia mai stato, che non abbia lasciato un eredità così pesante come il ventennio ha fatto con noi. Eppure sia noi che loro abbiamo subito una guerra civile. Forse a noi è mancata una figura forte, che riunisse tutti sotto la sua ala, come il Re Juan Carlos dopo la morte di Franco, alla fine del ventennio. I politici nostrani non sono stati capaci di unire i cittadini, di creare l'italiano. Il motto "fatta l'Italia dobbiamo fare l'Italiani" è ancora irrealizzato e le colpe sono di molti durante i quasi 150 anni di storia del nostro paese. Sarebbe l'ora di iniziare a porre rimedio agli errori dei padri. Fassino, batti un colpo.

Ho ricevuto una mail qualche settimana fa nella quale era scritto: "L'Emilia e' anche terra di conformismo dilagante (i piu' fascisti dei fascisti, i piu' comunisti dei comunisti) e tende a divorare i suoi figli non allineati".

Inizio a pensare che chi l'abbia scritta abbia, purtroppo, ragione.

Questa è la prova che Dio c'è e che non solo non è un uomo come di solito lo raffigurano ma è donna e sono ben DUE!

In pratica: LA DIVINA NATALIE E LA DIVINA SCARLETT STANNO GIRANDO UN FILM ASSIEME!

The Other Boleyn Girl

Dove la dolce Natalie interpreta (come disse Maria I Tudor, "quella troia di") Anna Bolena e la lussuriosa Scarlett sua sorella Maria le quali lotteranno per il cuore del nostro bell'Enrico (VIII).

Cioè, non so se mi sono spiegato.

LOTTERANNO PER IL CUORE DEL NOSTRO BELL'ENRICO!

Quando si dicono le coincidenze!

Tutto scorre e nulla cambia.

Roma è sempre la solita. Abbastanza caldo da camminare in maglietta alle otto e mezza di sera per i suoi viali affollati di mezzi che sfrecciano come se stessero partecipando a un gran premio. La casa è uno schifo, polvere ovunque, peli di qualcuno nel bagno e insetti morti nei cassetti ripuliti di ogni cosa in cucina. Anche il frigorifero, se lo apri, non lascia una buona impressione. E io mi chiedo, a parte l'affitto che ci sono venuto a fare? In fondo mi piace stare qui. Anche se spero arrivi il prima possibile il nuovo anno: ho voglia di cambiare casa!

Un appuntamento da non perdere.


L'Associazione "Le Rune"
presenta

IN UMANO SGUARDO

Mostra Fotografica
a cura di Francesco Martignoni

Sassuolo, 1-8 Ottobre 2006
Viale XX Settembre
presso la galleria del complesso ex-Scuole Cavedoni

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