Lacrime.
martedì 19 agosto 2008 by VAN
Sei mesi. Fu stabilito che sarebbero stati sei mesi. Solo che lui, il vecchio che si credeva giovane, non lo sapeva. Si era illuso che il maldigola non sarebbe finito mai, si sentiva invincibile, come tutti quando si sentono bene.
Ma l'Estate venne e si portò via, forse per sempre, l'eterea speranza di un futuro radioso che lo aveva accompagnato durante questi suoi ultimi mesi.
E ora, con l'Autunno che sempre più lo incalzava, si sentiva solo e stanco, conscio che il tempo non lo puoi ingannare all'infinito e che, prima o poi, torna a portare il proprio conto, salato.
Il maldigola se ne era andato, sciolto in un pianto triste fatto di ricordi della Dotta in Primavera, sotto i portici, quando ancora l'eterea speranza di un futuro radioso albergava nel suo cuore, ora vuoto.
Non dubitare del tuo fututo radioso.
E' il presente che temo, come temo me stesso. Riesco sempre a incasinare tutto. E' il mio codice d'esistenza. Mi era sembrato di essere stato abbastanza bravo; forse, però, non quanto fosse necessario e, dunque, - puff! - svanita. Ma era solo una pia illusione la mia, avevo già cognizione di come sarebbe finita, mancava la certezza del quando. Ora.
Non sei tu che hai incasinato tutto...è solo sfiga! ....permetti il francesismo.
Il problema non sono le condizioni esterne che sono indipendenti dalla mia volontà, il problema è aver avuto la presunzione di credere che sarei stato capace di piegare le condizioni esterne ai miei desideri e, quindi, pre-costruirsi delle attese e delle speranze che sono state disattese. Eppure io, solitamente, non agisco così. Mi sono lasciato fregare dai sentimenti, non sono riuscito ad essere distaccato come il mio solito, costruirmi quella barriera protettiva dal mondo. Non è la fine dell'esistenza. Tutto scorre. Ma la tristezza, almeno per ora, pare infinita.