Cassandra.
venerdì 14 aprile 2006 by VAN
Domenica 9 Aprile è apparso su Repubblica un editoriale di Scalfari dal titolo "E' l'ora di scrivere la parola fine", a mio parere molto bello ma, soprattutto, estremamente duro, sferzante e pesante.
Scalfari nella sua analisi profetizzava che "[...] l'evidenza della situazione in cui il paese è stato portato dalla pessima squadra che l'ha guidato negli ultimi cinque anni farebbe infatti supporre che in favore del cambiamento si conti domani una valanga di voti. Temo invece che l'auspicata vittoria sia risicata, tanta è stata la violenza emotiva con la quale l'anomalia berlusconiana ha risvegliato gli antichi malanni e vizi nazionali.
E comunque: se quella anomalia sarà rimossa dal voto bisognerà seguire con la massima attenzione lo svolgersi dei fatti fino all'insediamento del nuovo governo nato dalle urne. Ci vorranno infatti non meno di quaranta giorni prima che l'inquilino di Palazzo Chigi e i suoi ministri sgombrino le stanze del governo dalla loro presenza.
Quaranta giorni sono brevi per persone normali, chiamate soltanto a gestire l'ordinaria amministrazione in attesa che il nuovo Parlamento sia insediato, elegga il nuovo Capo dello Stato e questi a sua volta nomini il nuovo presidente del Consiglio e i ministri seguendo le indicazioni del voto popolare. Nel frattempo si svolgeranno alcune importanti elezioni comunali, l'elezione regionale in Sicilia e infine il referendum istituzionale sulla legge cosiddetta della "devolution".
Spero con tutto il cuore di ingannarmi, ma non sono tranquillo pensando a quei quaranta giorni durante i quali la squadra berlusconiana sarà senza più potere ma occuperà ancora le stanze e le manopole del governo. Mi auguro che, almeno alla fine della loro avventura, prevalga il senso dello Stato. Ove mai il loro leader covasse la folle idea d'un gran finale sulla falsa riga del "Caimano", mi auguro che i suoi corrivi compagni di strada glielo impediscano.
Sarebbe almeno un merito, tardivo ma importante, per aprire una pagina nuova e pulita e per ricominciare."
A vedere i titoli qui sotto, ripresi dal Corriere e da Repubblica online, sembra che Scalfari sia riuscito nella difficile questione di predirre il futuro.
Sinceramente non capisco fin dove il Nano voglia arrivare. Le elezioni le ha perse con una legge "porcata" creata dal suo governo, le ha perse con il voto agli italiani all'estero voluto dal suo governo. I numeri sanciscono una vittoria risicatissima del Centro-Sinistra ma, essendo in democrazia, ogni voto conta.
Credo sia giunto il momento da parte del Signor B. di farsi da parte, per il bene del paese, per il bene di coloro che votano a sinistra e di coloro che votano a destra. Il suo innato protagonismo immagino generi poca simpatia anche a destra ormai.
Vediamo cosa sarà capace di fare la sinistra con questa maggioranza esigua per il tempo che riuscirà a stare al governo (massimo sei mesi per una parte politica, cinque anni per l'altra). Nel 2001 noi sconfitti abbiamo dovuto mandare giù il rospo e ascoltare la frase di rito di ogni buona democrazia: "Giudicate ciò che ha farà durante il mandato, se non vi piacerà lo manderete a casa alle prossime elezioni" (e, purtroppo, abbiamo avuto il dispiacere di osservare come cinque anni di berlusconismo rampante hanno ridotto il paese ma, soprattutto, come hanno ridotto l'animo dei suoi abitanti - corrompendone addirittura il 50%, incredibile!).
Ora, è giusto che il Caimano si ritiri nel suo lago e che tocchi a lui rispettare questa regola democratica.
Scalfari nella sua analisi profetizzava che "[...] l'evidenza della situazione in cui il paese è stato portato dalla pessima squadra che l'ha guidato negli ultimi cinque anni farebbe infatti supporre che in favore del cambiamento si conti domani una valanga di voti. Temo invece che l'auspicata vittoria sia risicata, tanta è stata la violenza emotiva con la quale l'anomalia berlusconiana ha risvegliato gli antichi malanni e vizi nazionali.
E comunque: se quella anomalia sarà rimossa dal voto bisognerà seguire con la massima attenzione lo svolgersi dei fatti fino all'insediamento del nuovo governo nato dalle urne. Ci vorranno infatti non meno di quaranta giorni prima che l'inquilino di Palazzo Chigi e i suoi ministri sgombrino le stanze del governo dalla loro presenza.
Quaranta giorni sono brevi per persone normali, chiamate soltanto a gestire l'ordinaria amministrazione in attesa che il nuovo Parlamento sia insediato, elegga il nuovo Capo dello Stato e questi a sua volta nomini il nuovo presidente del Consiglio e i ministri seguendo le indicazioni del voto popolare. Nel frattempo si svolgeranno alcune importanti elezioni comunali, l'elezione regionale in Sicilia e infine il referendum istituzionale sulla legge cosiddetta della "devolution".
Spero con tutto il cuore di ingannarmi, ma non sono tranquillo pensando a quei quaranta giorni durante i quali la squadra berlusconiana sarà senza più potere ma occuperà ancora le stanze e le manopole del governo. Mi auguro che, almeno alla fine della loro avventura, prevalga il senso dello Stato. Ove mai il loro leader covasse la folle idea d'un gran finale sulla falsa riga del "Caimano", mi auguro che i suoi corrivi compagni di strada glielo impediscano.
Sarebbe almeno un merito, tardivo ma importante, per aprire una pagina nuova e pulita e per ricominciare."
A vedere i titoli qui sotto, ripresi dal Corriere e da Repubblica online, sembra che Scalfari sia riuscito nella difficile questione di predirre il futuro.
Sinceramente non capisco fin dove il Nano voglia arrivare. Le elezioni le ha perse con una legge "porcata" creata dal suo governo, le ha perse con il voto agli italiani all'estero voluto dal suo governo. I numeri sanciscono una vittoria risicatissima del Centro-Sinistra ma, essendo in democrazia, ogni voto conta.
Credo sia giunto il momento da parte del Signor B. di farsi da parte, per il bene del paese, per il bene di coloro che votano a sinistra e di coloro che votano a destra. Il suo innato protagonismo immagino generi poca simpatia anche a destra ormai.
Vediamo cosa sarà capace di fare la sinistra con questa maggioranza esigua per il tempo che riuscirà a stare al governo (massimo sei mesi per una parte politica, cinque anni per l'altra). Nel 2001 noi sconfitti abbiamo dovuto mandare giù il rospo e ascoltare la frase di rito di ogni buona democrazia: "Giudicate ciò che ha farà durante il mandato, se non vi piacerà lo manderete a casa alle prossime elezioni" (e, purtroppo, abbiamo avuto il dispiacere di osservare come cinque anni di berlusconismo rampante hanno ridotto il paese ma, soprattutto, come hanno ridotto l'animo dei suoi abitanti - corrompendone addirittura il 50%, incredibile!).
Ora, è giusto che il Caimano si ritiri nel suo lago e che tocchi a lui rispettare questa regola democratica.