"N" è sicuramente il film più ambizioso della coppia Virzì-Bruni. E si vede. A quanto pare gli sforzi sono stati premiati. Avevo avuto la fortuna di leggere la sceneggiatura molti mesi fa, quando le riprese erano da poco ultimate o erano in via di esserlo, perché Francesco (Bruni) è il tutor del mio corso e devo dire che quest'ultima e il prodotto finale combaciano perfettamente. La storia è semplice: Napoleone sbarca in esilio all'Elba dove viene accolto come il re dell'isola dagli isolani, decisione che manda ancora di più su tutte le furie Martino, giovane maestro elementare che sogna di uccidere il tiranno, ma, quando, assunto come biografo personale dell'imperatore, ne ha la possibilità non ci riesce, rimanendo ammaliato dalla sua figura.
A leggerla in maniera superficiale, guardando solo la storia ci troviamo di fronte a una pura commedia di Virzì, con tanto di voce fuori campo, ormai simbolo indiscusso della coppia sceneggiatore-regista, con un finale decisamente amaro e a presa per il culo.
Se invece analizziamo un pochino più a fondo, ma neanche troppo, scopriamo che Virzì porta sulla scena i giorni nostri in una bellissima Porto Ferraio di inizio '800, ricostruita magnificamente nei pressi di Piombino. Napoleone è Berlusconi? Probabilmente sì, viene facile immaginarselo perché se la storia raccontata dovessimo narrarla oggi chi meglio del Cavaliere potrebbe prendere il posto dell'Imperatore. Ma la cosa più azzeccata del film non è la similitudine N = B ma la riflessione, cinica, sulla nostra società, dove nessuno, neanche il protagonista che raccoglie comunque le nostre simpatie, viene risparmiato. L'allegoria virziniana ha permesso al film di svolgere questa funzione di racconto dell'Italia del 2006 meglio del Caimano di Moretti, opera smaccatamente nata con quell'intento, grazie anche, soprattutto, alle taglienti e ottimamente calibrate battute scritte da Furio Scarpelli nella sua revisione della sceneggiatura. Un film che ha un pò il sapore, forse proprio grazie al "vecchio maestro", di una certa commedia all'italiana degli anni '60 che oggi non riusciamo più a fare in questi termini.
Ammirevole anche l'esborso finanziario di Medusa e Cattleya per organizzare il film che dovrebbe essere costato sugli 8 milioni di €, cifre solitamente impensabili per il nostro cinema. A dimostrazione comunque che, se i film sono ben fatti, quei numeri si possono, anzi, si dovrebbero spendere.

0 commenti:

Blogger Template by Blogcrowds