N - Io e Berlusconi (o: allegoria della vita moderna).
venerdì 3 novembre 2006 by VAN
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A leggerla in maniera superficiale, guardando solo la storia ci troviamo di fronte a una pura commedia di Virzì, con tanto di voce fuori campo, ormai simbolo indiscusso della coppia sceneggiatore-regista, con un finale decisamente amaro e a presa per il culo.
Se invece analizziamo un pochino più a fondo, ma neanche troppo, scopriamo che Virzì porta sulla scena i giorni nostri in una bellissima Porto Ferraio di inizio '800, ricostruita magnificamente nei pressi di Piombino. Napoleone è Berlusconi? Probabilmente sì, viene facile immaginarselo perché se la storia raccontata dovessimo narrarla oggi chi meglio del Cavaliere potrebbe prendere il posto dell'Imperatore. Ma la cosa più azzeccata del film non è la similitudine N = B ma la riflessione, cinica, sulla nostra società, dove nessuno, neanche il protagonista che raccoglie comunque le nostre simpatie, viene risparmiato. L'allegoria virziniana ha permesso al film di svolgere questa funzione di racconto dell'Italia del 2006 meglio del Caimano di Moretti, opera smaccatamente nata con quell'intento, grazie anche, soprattutto, alle taglienti e ottimamente calibrate battute scritte da Furio Scarpelli nella sua revisione della sceneggiatura. Un film che ha un pò il sapore, forse proprio grazie al "vecchio maestro", di una certa commedia all'italiana degli anni '60 che oggi non riusciamo più a fare in questi termini.
Ammirevole anche l'esborso finanziario di Medusa e Cattleya per organizzare il film che dovrebbe essere costato sugli 8 milioni di €, cifre solitamente impensabili per il nostro cinema. A dimostrazione comunque che, se i film sono ben fatti, quei numeri si possono, anzi, si dovrebbero spendere.
Se invece analizziamo un pochino più a fondo, ma neanche troppo, scopriamo che Virzì porta sulla scena i giorni nostri in una bellissima Porto Ferraio di inizio '800, ricostruita magnificamente nei pressi di Piombino. Napoleone è Berlusconi? Probabilmente sì, viene facile immaginarselo perché se la storia raccontata dovessimo narrarla oggi chi meglio del Cavaliere potrebbe prendere il posto dell'Imperatore. Ma la cosa più azzeccata del film non è la similitudine N = B ma la riflessione, cinica, sulla nostra società, dove nessuno, neanche il protagonista che raccoglie comunque le nostre simpatie, viene risparmiato. L'allegoria virziniana ha permesso al film di svolgere questa funzione di racconto dell'Italia del 2006 meglio del Caimano di Moretti, opera smaccatamente nata con quell'intento, grazie anche, soprattutto, alle taglienti e ottimamente calibrate battute scritte da Furio Scarpelli nella sua revisione della sceneggiatura. Un film che ha un pò il sapore, forse proprio grazie al "vecchio maestro", di una certa commedia all'italiana degli anni '60 che oggi non riusciamo più a fare in questi termini.
Ammirevole anche l'esborso finanziario di Medusa e Cattleya per organizzare il film che dovrebbe essere costato sugli 8 milioni di €, cifre solitamente impensabili per il nostro cinema. A dimostrazione comunque che, se i film sono ben fatti, quei numeri si possono, anzi, si dovrebbero spendere.