Le incrinazioni della piastrella #2.

E riuscimmo a diventare "(in)famous". Pure la prima pagina di Repubblica con tanto di titolone ci siamo guadagnati. Qualcuno in città deve averne goduto. Finalmente la fama nazionale che ci meritiamo. Peccato che in realtà si tratti d'infamia. Vedo il tg della sera e noto che Sassuolo viene dipinta come una cittadina dove gli abitanti sono esasperati dagli immigrati, dove è partita una raccolta firme pro-caramba a cui tutti aderiscono, dove il quartiere Braida sembra il Bronx di New York. Qualche mese or sono, direi Dicembre, ho letto su "Il Sassolino", un giornaletto mensile del paese, un sondaggio fatto tra i residenti che metteva in risalto la poca percezione della sicurezza da parte dei cittadini. Anche in quartieri dove non c'è il minimo da temere, tipo il mio.
Ora la situazione reale è questa: è indubbio che Sassuolo sia piena d'immigrati e il motivo è semplice, sono le (quasi) uniche persone che ancora vogliono lavorare in fabbrica come operai. I giovani italiani ormai sono o laureati oppure aspirano a posti meno faticosi. La manodopera serve alle aziende, sebbene stiano chiudendo una dopo l'altra o si stiano trasferendo all'estero (dobbiamo dire grazie al capitalismo finanziario moderno per questo. Grazie tante), e l'unica disponibile è quella extracomunitaria. Questi operai stranieri vivono in quartieri di edilizia popolare. Ammassati in casermoni schifosi. Non hanno problemi a dividere la casa con altri connazionali. Le condizioni igeniche sono pietose ma è la stessa identica situazione di quando eravamo noi italiani a emigrare. Vivevamo in case strapiene di connazionali gli uni ammassati sugli altri. E' un fenomeno comuni a tutti i flussi migratori. Forse, se ci fosse un edilizia migliore. Oppure, queste persone vivono nel centro storico dove le case sono vecchie e fatiscenti e costano meno. Ora i sassolesi, il Comune in primis, hanno fatto morire il centro della città. Lo hanno svuotato di attrattive e di luoghi d'incontro. Per questo se non vi è nulla le persone evitano di frequentarlo ed è normale che chi ci abita scenda in strada per fare due chiacchiere. Capita allora che noi, bianchi, occidentali, siamo portati a credere, involontariamente nella maggiorparte dei casi, che a un brutto viso corrisponda una brutta persona (si chiama fisiognomica e la dobbiamo tra gli altri a Lombroso), quindi succcede che appena vediamo uno straniero, un pò abbronzato, imbacuccato in un berretto e un giaccone con il viso mezzo nascosto che parla una lingua non conosciuta (ricordo che la notte, in inverno, in pianura padana le temperature scendono anche sotto lo zero) noi ci spaventiamo. Pronabilmente quel gruppetto di persone che incontriamo è lì perché vuole derubarci, stuprarci o venderci della droga ma, probabilmente, potrebbe essere lì solo per parlare tra loro. Non lo sappiamo. Perché dover catalogare a priori. Ripeto che anche un gruppo di scugnizzi italiani immigrati doveva incutere un certo timore nei belgi, americani o australiani di sorta. Hanno parlato di Braida. Braida è un quartieraccio. A Braida sparano. A Braida spacciano. A Braida ti rapinano. Che non sia diventato un bel quartiere bisogna riconoscerlo, però è anche vero che a piedi ci puoi passare, sicuramente evitando alcune zone calde, ma che non tutto è così pericoloso come vogliono farci credere. Non è che se vuoi farti una passeggiata o un giro in bicicletta verso Fiorano sei obbligato a prendere la circonvallazione oppure passare addirittura per il Ruvinello. Io ci sono passato sia in bici che a piedi e non mi è mai successo nulla. Ok, ho visto un sacco di extracomunitari. E allora? Fintanto non iniziano a molestarmi che male mi fanno?
E' naturale che non tutti gli extracomunitari siano dei santi. Ci sono i criminali tanto quanto tra noi. E' giusto che le forze dell'ordine dovessero arrestare una persona ubriaca che molestava e rompeva i vetri delle auto. Ma non è ammissibile che i metodi utilizzati dai due carabinieri e dal poliziotto in borghese in quel frangente siano stati così gratuitamente violenti. Hai immobilizzato il malfattore contro la tua macchina come il video dimostra, bene, lo giri faccia alla portiera, gli pieghi le braccia e gli infili le manette come ogni buon telefilm americano con cui siamo cresciuti ci insegna. Siete in tre, grandi e grossi Cristo Santo. Non vi mettete a sferrare pugni e calci a due piedi su un uomo. Extracomunitario, comunitario, italiano o sassolese lui sia. Questo non deve essere il metodo standard delle forze dell'ordine. Questo è ciò che viene insegnato. Questo è sbagliato. Le forze dell'ordine dovrebbero essere al servizio del cittadino, in questa maniera non lo sono affatto, sono al servizio solo di una parte di noi. Pugni e calci sono stati superflui, inutili, barbari. I pugni e i calci non hanno fatto altro che far abbassare allo stesso livello dei criminali chi dovrebbe proteggerci dai tali. Io non mi sono mai fidato delle forze dell'ordine. Proprio per il loro atteggiamento da bulletti di periferia. Non è che se hai una difisa ti è permesso tutto. Sei un servitore dello Stato, e poiché lo Stato non è un'entità astratta ma siamo ognuno di noi cittadini, tu, tutore della legge, sei a mio servizio e per questo mi devi sia portare rispetto sia trattarmi allo stesso tuo livello e non come essere inferiore. La divisa non ti concede più diritti dei miei, ma più DOVERI, non è un privilegio, è un ONERE di cui ti sei fatto carica. Quindi inizia a considerarmi tuo pari e non comportarti da sbruffone o credere che tutto ti sia permesso, anche la violenza ingiustificata. Poi, grazie a Dio, non sono tutti così degli esaltati ma quelli che ho incontrato io (visto che mi fermano spessissimo), la maggiorparte, si credono tutti dei piccoli Walker Texas Ranger.

5 commenti:

    On 1/3/06 20:57 Anonimo ha detto...

    Una argomentazione perfetta, ma come ogni argomentazione dovrebbe prevedere tesi e antitesi. Il video dei carabinieri e del poliziotto che colpiscono l'extracomunitario è agghiacciante, ma mi sembra che ti manchi la visione d'insieme di una società - quella di Braida dove tanti anni fa abbiamo abitato - che comincia ad avere timore e preoccupazione.
    Non è razzismo, non è chiusura di fronte allo straniero. O almeno non è così per molti. Braida non è il Bronx, ma qualche cosa va fatto, altrimenti scoppia.
    Per quanto concerne le forze dell'ordine che si sentono tanti Walker Texas Rangers ho qualche dubbio. Ugo, che tu conosci, è un poliziotto e più pacioso e sorridente alla vita di lui non saprei proprio chi indicare.
    Ciao.

    On 1/3/06 22:19 VAN ha detto...

    Ugo non è per niente il poliziotto classico.

    Infatti ho scritto:

    Poi, grazie a Dio, non sono tutti così degli esaltati

    On 2/3/06 09:58 Anonimo ha detto...

    Immagino che Ugo non sia l'unico poliziotto perbene! Cerchiamo di non cadere nel gioco pericoloso del sospetto.

    On 3/3/06 10:48 Anonimo ha detto...

    Sono d'accordo, patrizia.
    La tua visione Van è ben argomentata ma:

    1- Braida è in effetti in una situazione più delicata di quella che tu descrivi.

    2- Io non leggo un animo di "walker texas ranger" in quei due carabinieri, leggo solo un errore, un esplosione di frustrazione e rabbia alimentata da una realtà quotidiana difficile. Almeno uno dei due carabinieri, per quanto ne so, rientra tra quelli assolutamente non esaltati.

    3- anche sul sospetto verso gli extra hai ragione, la fisiognomica ha un suo perchè ma non dimenticare che è stata ben alimentata in questi anni.

    On 3/3/06 17:13 VAN ha detto...

    Il problema degli extracomunitari a mio parere è un falso problema. Nel senso che da parte dei nativi del luogo non c'è volontà ad accettare il diverso (e non mi riferisco soltanto a Sassuolo in particolare ma a tutto il paese) e da parte degli immigrati non c'è la spinta a un'integrazione. Insomma: gli italiani restano (e vogliono restare) italiani, gli immigrati rimangono (e vogliono rimanere) immigrati ognuno con le tradizioni del suo paese d'origine alle quali non vogliono rinunciare. Quindi né dagli uni né dagli altri si propaga questo spirito d'integrazione che dovrebbe formare "i nuovi italiani" (figli d'immigrati e figli d'italiani abituati a convivere in una società multiculturale), un proporzionato melting-pot tra la nostra tradizione e quelle che ci portano in dote i popoli stranieri. L'unico spirito che vedo, da una parte e dall'altra, è quello di ghettizazione (noi li ghettiziamo e loro si auto-ghettizzano). Tutto ciò, inevitabilmente, porta a questo astio e a questi brutti fatti.

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