Aggiornamento del Curriculum Vitae.

E da oggi, beh ufficilamente dal 1 Novembre in realtà, assumo la notifica di Laureato Frequentatore presso il Dipartimento di Musica e Spettacolo a Bologna.

Lunedì invece tocca sottomettersi alla prova scitta di Dottorato in Comunicazione alla Cattolica di Milano. Aspettative? Meno che zero, si fa solo per il vile denaro! Ma, come si dice, tentar non nuoce! E poi è tutta esperienza...

Qualche idea per una vacanza...

York - Leeds - Manchester - Liverpool 
tot. 163 Km, 10/14 giorni

Glasgow - Loch Ness - Inverness - Fraseburgh - Peterhead - Aberdeen - Edimburgo
tot. 711 Km, 21 giorni

Vienna - Bratislava
tot. 80 Km, 5/7 giorni

Alborg - Copenhagen - Malmoe - Goteborg
tot. 730 Km, 21 giorni

Stoccolma - Helsinki - Tallin
tot. 565 Km, 14 giorni

Porto - Lisbona - Faro
tot. 595 Km, 14 giorni

Per gli amici che non hanno Facebook...

Tutto come previsto: 110 e lode.

Seguirà descrizione dettagliata (ma nei prossimi giorni!)

Tomorrow.

Forza (Italia).

Ne parlavo giusto, giusto ieri sera con Monica. Non mi sorprende che oggi appaia sui giornali (sì, lo so, è Repubblica - sono dei "comunisti" di parte). Comunque non è la testata fondata da Scalfari ad aver fatto la rilevazione ma l'Authority per le telecomunicazioni. Che cosa hanno scoperto? Si potrebbe rispondere l'acqua calda ma è più giusto dire che si sono accorti come nei telegiornali, soprattutto a Mediaset e al Tg2, lo spazio dedicato al governo e alla maggioranza sia nettamente superiore rispetto a quello dedicato al resto. La regola non scritta dell'un terzo al governo, un terzo alla maggioranza e un terzo all'opposizione è largamente disattesa. Ma, ripeto, non ci voleva la ricerca dell'Authority per comprenderlo, la semplice esperienza empirica di telespettatore basta e avanza. Queste conclusioni non fanno che essere la diagnosi di sintomi già ampiamente percepiti. Non c'è da stupirsi quindi se sempre Repubblica (quei comunisti!) pubblica un sondaggio dove si nota chiaramente che il Nano e il suo esecutivo sono saldamente nei cuori della maggioranza degli italiani. Non c'è da stupirsi se il popolo non si scandalizzi per le vergognose scelte di questo governo. Non c'è da stupirsi se gli immigrati vengono picchiati da qualche giovane con la testa rasata che si crede libero di fare ciò che vuole o, peggio, dalla polizia municipale come a Parma. Non c'è da stupirsi se gli insegnanti vengono considerati dei lavativi che meritano un taglio netto e importante perché lavorano "solo" 19 ore alla settimana (ma non c'è nessuno che spiega al popolino che le 19 ore sono quelle frontali in classe e che il lavoro non viene ultimato a scuola ma continua a casa tra i compiti da correggere, le lezioni e le verifiche da preparare, dedicando almeno due ore al giorno del proprio tempo a tutto ciò, ore che, se sommate alle 19 ufficiali, alla fine della settimana, il totale è identico - se non superiore - a quello di qualsiasi lavoratore dipendente). Non c'è da stupirsi se della ricerca e dell'università non importa a nessuno e sono relegate alla stregua di un divertente passatempo, solo perché coloro i quali provano a farle seriamente amano il proprio lavoro, a differenza del popolino che detesta ciò che gli dà da mangiare. Non c'è da stupirsi perché l'informazione è diventata la grancassa del pensiero governativo che deve divenire (o, peggio, è già diventato) quello dominante. Ma attenzione, questo non è un processo che si protrae da Aprile, quando il Nano ha (stra)vinto le elezioni. No, questo processo è iniziato molto tempo prima, alla fine degli anni Settanta, quando sempre lui, il Cavaliere ha invaso l'etere con la sua monnezza mediatica grazie all'appoggio di Craxi. In trent'anni, è anche ciò che brillantemente racconta Moretti ne Il Caimano, Berlusconi - o chi per lui, ovvio - è riuscito ad uccidere - culturalmente, intellettualmente, spiritualmente - il paese. Ciò che accade oggigiorno è solo la conseguenza di quel processo. Ma lui non è l'unico colpevole. Vi è un concorso di colpa, il Cavaliere è stato solo il primo a scagliare la pietra. Il corresponsabile di questo stato delle cose è la Rai. La televisione di Via Mazzini ha, di fatto, abbandonato il suo ruolo di servizio pubblico per diventare una (bruttissima) copia di Fininvest, prima, e di Mediaset, poi. La sparizione dei film dalla prima serata e la loro sostituzione con show di bassa lega e serie televisive autoctone dai contenuti e dalla realizzazione scadenti è solo una delle tante prove che potremmo portare a suffragio di questa tesi.
Siamo un paese, nella stragrande maggioranza, di persone ignoranti, indifferenti e soprattutto prive di alcuna capacità di ragionamento e senso critico. Ciò lo dobbiamo a uno stile di vita, il berlusca's way of life, che ci è stato inculcato - almeno, per quelli come me che sono cresciuti con le tv dell'uomo di Arcore - fin da bambini. In pochi si sono salvati e molti di coloro che avevano visto anche un mondo senza veline, soubrette desnude ed Emilio Fede in bianco e nero sulla Rai, si sono lasciati conquistare dalle luci del varietà proveniente da Cologno Monzese. Quando vedo folle osannanti che vogliono toccare un uomo come il Nano mi prende lo sconforto. Non perché è Berlusconi, che ha quella faccia tosta necessaria per piacere ai più, ma perché si tratta di un politico e, come tale, mente, deve mentire, fa parte del suo ruolo. 
Gian Piero Brunetta ha scritto che "il mito del Duce penetra anche nella sala cinematografica e si costituisce come unico autentico mito divistico autarchico a cavallo degli anni trenta". Sostituite "Duce" con "Berlusconi", "sala cinematografica" con "televisore" e "anni trenta" con "primi anni del nuovo millennio" e anche voi arriverete alla conclusione che la televisione è l'arma più forte.

PS: la citazione è presa da Gian Piero Brunetta, Cent'anni di cinema italiano - Vol. I, Roma-Bari, Laterza, 1995, p. 180.

Giro di Boa.

Convocazione tesi N.1702
Laurea Quadriennale/Quinquennale

Giorno: mercoledì, 22/10/2008 Ore: 14

Sede: Sala B, via Zamboni, 32 - piano terreno.

PS: Due palle, speravo di farla in Dipartimento a Via Barberia invece che nella triste Via Zamboni a Italianistica.

Ma il marcio non era in Danimarca?

Riporto dal sito ufficiale del Festival Internazionale del Cinema di Roma:

Tra i 20 film in concorso nella Selezione Ufficiale, spazio al cinema italiano con Galantuomini di Edoardo Winspeare, Un gioco da ragazze di Matteo Rovere, Parlami di me di Brando De Sica, Il passato è una terra straniera di Daniele Vicari, oltre al già citato L’Uomo che ama di Maria Sole Tognazzi

Bene. Oddio, male. Ecco una piccola analisi sociologica:

- 3 registi su 5 sono di Roma (Rovere, De Sica, Tognazzi), più 1 è del Lazio (Vicari)
- 2 registi su 5 sono espressamente figli di tale padre (De Sica, Tognazzi)
- 3 su 5 hanno meno di trent'anni, quando la media per i registi esordienti in Italia è oltre i quaranta (Rovere, De Sica, Tognazzi)

Ora, non per fare dietrologia, ma chissà perché io sento puzza di marcio. Gli unici che in questa lista hanno fin'ora dimostrato qualcosina sono Winsperare e Vicari. Gli altri? Boh! Non che siano dei perfetti sconosciuti. Forse lo sono solo per il grande pubblico, nell'ambiente i loro nomi girano da un bel po' di tempo e non solo perché si tratta di figli di tale padre, ma, per esempio, anche uno come Rovere, è già molto conosciuto tra gli addetti ai lavori.

Ok, potreste dire che rosico (come dicono quelle meravigliose persone che sono i romani - è una presa per il culo, ovviamente, è bene sottolinearlo, non si sa mai), ora che finalmente si da l'opportunità ai giovani di esordire nel cinema italiano, di arrivare ai Festival.

Vero, potrebbe essere questo il punto. Ma non lo è.

La verità è che non accetto, non posso accettare che ciò accada in questa maniera. Non così, non con i soliti noti, non nei soliti posti. Perché non sono andati a Venezia, palcoscenico un pochino più neutrale? O Cannes, come un Sorrentino? No, per dire. Solo per dire.

Roma, romani, gente di famiglia, amici degli amici. Siamo sempre lì. Il nostro cinema è quello. Da sempre. E un personaggio oscuro come Gian Luigi Rondi, ai bei tempi servo della Democrazia Cristiana, messo a capo del Festival del Cinema più politicizzato del bel paese, lo dimostra.

Oh, poi i film saranno anche belli. C'è da sperarlo! Sennò sarebbe notevolmente peggio! Già che fa schifo la situazione così com'è adesso, se poi le opere selezionate sono pure brutte c'è proprio da mettersi a piangere.

Ok, dopo questo post posso pure scordarmi l'accredito per il Festival del Cinema di Roma.

PS: Ah, hanno selezionato in competizione ufficiale anche High School Musical 3. Cristo santo, High School Musical 3!!! E questo dovrebbe essere un Festival del Cinema serio?!?

PS#2: e poi non è che ce l'abbia con i romani in generale. Ce l'ho con i soliti romani. Che forse sono la maggioranza, purtroppo. Un bel viaggio al Nord sarebbe molto tonificante per loro, credo.

Un piccolo aiuto.

Oggi è la giornata a sostegno della ricerca scientifica per sconfiggere la SLA, sclerosi laterale amiotrofica. E' una brutta malattia, bruttissima. Mia nonna materna è morta nel 1996 proprio a causa di questo morbo e ogni anno i casi sono i aumento. 

Prego chiunque legga questo blog (anche se pochi) a spedire un SMS al numero 48589 per donare 1 €. Non è molto ma è pur sempre qualcosa. 

Grazie di cuore.

Prove tecniche di trasmissione.

Prova del feed RSS su Facebook.

GODURIA.

Sorprese...

Però Facebook...

Pensavo fosse una cazzata invece è caruccio... C'è mezzo mondo: dal mio passato, al mio presente (e al mio futuro?)...

Oh, siamo controllati dalla CIA ma questo è il prezzo da pagare nell'era dell'informazione!

PS: mi manca solo l'iPhone per cazzeggiarci anche lontano dal Mac...

9/11.

Oggi è l'undici Settembre.

Non mi scorderò mai quel giorno. Avevo vent'anni e mi trovavo al CSC per sostenere gli esami in sede. Era la prima volta, ancora non sapevo che ce ne sarebbero state altre due. Stavo scrivendo un racconto. Finisco, consegno, esco. Mi incontro con Francesco che la mattina mi aveva accompagnato in macchina e ci dirigiamo verso casa sua, a Cerveteri. In autostrada buchiamo, percorriamo ancora i quattro o cinquecento metri che ci separano dal primo distributore e così roviniamo il cerchione. Il benzinaio, un tipo calvo col pizzetto, ci cambia la gomma. Ci rimettiamo in macchina e arriviamo a destinazione. Non c'è molto traffico. Passiamo la grande porta a vetri e il nonno di Francesco - Francesco anche lui - seduto sul divano, ci guarda e, con quel mezzo ghigno eccitato di coloro che non si rendono conto, ci dice: "Due aerei si sono schiantati contro le Torri Gemelle". "Che cazzata!" è l'unica risposta che riusciamo a dare a noi stessi. Ci voltiamo e osserviamo il fumo uscire dai palazzi. Le domande si fanno infinite: chi? quando? perché? come? e ora? Il resto della giornata si trasforma in un ossessiva volontà di spiare un palazzo che muore, l'ossessiva volontà dell'osservare tutto, senza farsi sfuggire nulla. Quelle riprese, quel giorno, hanno cambiato per sempre il nostro immaginario audiovisivo. Così, in diretta. Mi ricordo le telefonate ai miei, a Elisa. E' stata la prima volta in cui ho avuto veramente paura. Paura perché era finito il mondo dorato e felice in cui ero vissuto durante tutta la mia giovinezza. Paura di non sapere come sarebbe stato domani. Un mese prima ero su quelle torri. Questo pensiero continua a provocarmi la pelle d'oca. Ho delle riprese dal World Trade Center. Non le ho più riviste. Mi ricordo di avere scattato una foto a delle ragazze su in cima. Era bella la vista da lassù. Se chiudo gli occhi me la ricordo ancora. La città che si muove caotica ai tuoi piedi, la statua della Libertà lontano, in mezzo al mare. Per un momento è stato sentirsi come Dio.

Sono passati sette anni. E' giusto non dimenticare quello che è successo. Non mi importa chi sia stato in realtà, se Bin Laden o, come dice qualcun'altro, Bush. Mi interessa solo ricordare la vita delle persone che sono morte lì dentro perché quel giorno una parte di noi se ne è andata con loro. Per sempre.

Addio caro libretto.

Siamo stati assieme otto anni. Otto. Per quasi tre non sei stato utilizzato, poi, nell'ultimo anno e mezzo o poco più, ti hanno riempito con tutte le loro firme.

Mi mancherai. Sei stato un degno compagno d'avventura.




Ah! Gli anni Novanta!



Cioè, a parte il video che di suo è un capolavoro, ma la chitarra di Johnny, la chitarra di Johnny! 

Cazzo eh!

L'ho sempre sostenuto! E che cazzo!

La poligamia è la chiave di una lunga vita.

Lacrime.

Sei mesi. Fu stabilito che sarebbero stati sei mesi. Solo che lui, il vecchio che si credeva giovane, non lo sapeva. Si era illuso che il maldigola non sarebbe finito mai, si sentiva invincibile, come tutti quando si sentono bene.

Ma l'Estate venne e si portò via, forse per sempre, l'eterea speranza di un futuro radioso che lo aveva accompagnato durante questi suoi ultimi mesi.

E ora, con l'Autunno che sempre più lo incalzava, si sentiva solo e stanco, conscio che il tempo non lo puoi ingannare all'infinito e che, prima o poi, torna a portare il proprio conto, salato.

Il maldigola se ne era andato, sciolto in un pianto triste fatto di ricordi della Dotta in Primavera, sotto i portici, quando ancora l'eterea speranza di un futuro radioso albergava nel suo cuore, ora vuoto.

Geografia.

La Romagna è una vecchia donna, in gioventù molto bella ma appassita con gli anni, che si veste ancora come se avesse vent'anni senza essersi però accorta che il suo tempo se ne è andato.

Impero Russo.

"La Russia appoggerà qualsiasi decisione sullo status delle repubbliche separatiste georgiane di Abkhazia e Ossezia del sud che verranno prese dai popoli di quelle repubbliche"

- Dmitri Medvedev, Presidente della Federazione Russa, 14/08/2008

E LA CECENIA?

Rettangolo.

Non credo di avere un'intelligenza sopraffina. Non lo credo proprio, ma mi accorgo immediatamente quando le persone non ragionano. Sono pieno di difetti ma chi non lo è d'altronde? L'uomo (o la donna) perfetto ho ancora da trovarlo. Se esiste, per favore, mostratemelo. Eppure nonostante questi miei difetti, la mia incapacità a comunicare con le persone - perché non sono un grande comunicatore, a parole, no - la mia arroganza, la mia continua dedizione nel voler apparire l'unico martire di questo mondo e la mia testardaggine, nonostante tutti questi (e molti altri) difetti non mi reputo una persona stupida. Coglione sì. Stronzo sì. Bastardo sì. Ma stupido no. Cioè, so cosa faccio, perché lo faccio e so anche quando, debitamente, commetto errori. Perché lo faccio? Non perché sono stupido, ma perché sono arrogante e pieno di me. Quindi, dipingetemi come vi pare ma non bollatemi come stupido, perché è quanto di più lontano da me che ci possa essere. E poiché non lo sono, mi accorgo di quanto le altre persone, non tutte ovviamente, lo siano. Non voglio qui affermare (nonostante la mia arroganza potrebbe portarmi a farlo) che io sia meglio di loro, se si analizzano i miei comportamenti, una logica matematica rimarrebbe altamente basita di fronte alle mie incomprensibili e cervellotiche azioni, definendole prive di un ratio, eppure vi posso giurare che non è così. Tutto ciò che faccio ha una logica, una sua logica, che casomai è istintiva nella stragrande maggioranza delle volte ma che a mente fredda, se analizzata con cura, rispecchia certe miei processi cognitivi. Io attuo un pensiero, il mio pensiero, partendo dal presupposto che niente sia certo, da ciò, per mezzo dell'osservazione empirica e delle conoscenze di terze persone molto più acute e rivoluzionarie che mi hanno preceduto, tento di capire, non sempre riuscendovi, ciò che mi circonda, il mondo se volete chiamarlo così. Anzi, Il Mondo. Ultimamente, ne sono sempre più convinto, noto come le persone non, usiamo una metafora, "facciano funzionare i loro ingranaggi". Capisco che sia più facile partire da dei presupposti già rivelati da qualcun'altro e fermarsì lì, all'inizio, senza porsi il problema della verifica del contenuto ma accettarlo così com'è. Probabilmente a una parte di me piacerebbe fermarsi lì sulla soglia, ma non ci riesco. Eppure noto con dispiacere che ciò pare sia diventato un'opzione piuttosto comune, molto comune. Sicuramente - il probabilmente è del tutto fuoriluogo come incipit di questo periodo - è sempre stato in questo modo. Probabilmente oggi andiamo addirittura meglio che una volta. Eppure non lo giudico abbastanza. Forse non lo sarà mai. Abbastanza, dico. Non è l'argomento oggetto implicito di questo discorso ma, per esempio, della Guerra in Georgia non ho ancora un punto di vista, sto cercando di capire chi ha ragione e chi torto - sempre che siano due qualità attribuibili durante un conflitto - ma adesso non riuscirei a schierarmi, mi appare ancora tutto così nuboloso. Certo, non stimo molto i Russi ma su questo tema non so a chi abbia torto, almeno per ora. Tra menefreghisti e opinion leaders sono tutti lì a sputare sanzioni, ma non è così chiara la situazione. Eppure partendo da certi presupposti e non mettendoli mai in discussione, ecco che si può essere subito pronti a sparare - termine azzeccato - sentenze. Vi è una carenza di pensiero, di ragionamento. Così vince la stupidità e i comportamenti assumono l'aggettivo di, appunto, stupidi. E' possibile compiere azioni stupide dopo un serio e lungo ragionamento? Non credo, casomai azioni sbagliate, delle quali rimpiangerai di averle portate a termine ma che non si possono definire stupide, perché probabilmente non solo ne è valsa la pena lì per lì ma non potevano non essere fatte. Ci sono cose che si è obbligati a portare a compimento. E spesso non sono gli altri che coercitivamente ci obbligano, siamo noi che facciamo altrettanto con noi stessi. Ciò che più importa è provare a non fare del male alle persone, almeno di provare a farlo nella maniera più lieve possibile. Lo so appare un discorso senza capo né coda. Ma un senso ce l'ha. L'importante è provare a pensare di scovarlo.

Last Lap.

Un mese e mezzo fa, quasi due, scrissi che mi mancavano 5 esami, ovvero:

1. 03/06/08 - Metodologia delle scienze sociali
2. 13706/08 - Filosofia della musica
3. 04/07/08 - Organizzazione ed economia dello spettacolo
4. 09/07/08 - Estetica
5. 10/09/08 - Comunicazione giornalistica

A oggi possiamo tirare una linea sopra i primi quattro.

1. 03/06/08 - Metodologia delle scienze sociali
2. 13706/08 - Filosofia della musica
3. 04/07/08 - Organizzazione ed economia dello spettacolo
4. 09/07/08 - Estetica
5. 10/09/08 - Comunicazione giornalistica

Ciò significa che me ne manca solo uno. Qualche mese prima scrissi anche quanto segue:

"Mi mancano 5 esami. Il 25 di Gennaio ne mancavano 11. Ne ho dati 6 in meno di due mesi. Ok, alcuni erano facili. Tabella di marcia più che rispettata. Si era detto al 17 Marzo devono mancare 5 esami e, in effetti, così è. Ho un parziale di Filosofia della Musica tra dieci giorni esatti e poi fino a Maggio nulla. Quasi due mesi, il tempo per studiare ciò che resta e finire la tesi entro la prima di Luglio così da riuscire a laurearmi ad Ottobre. La bibliografia ormai l'ho raccolta tutta, è un bel pò di roba. C'è da farsi il culo, ma si sapeva. Mi piace. Ho passato i primi 3 anni a detestare l'Università (7 esami) e altri 3 a non fare nulla - a parte il CSC - poi sette mesi per ricarburare con l'ambiente (5 esami) e ora, nel giro di manco un anno, Ottobre '07 - Luglio '08, sto cercando di portare a conclusione 2 anni in uno (11 esami). La tesi a Ottobre è puro tempo tecnico. Anche se è una scadenza imprescindibile se voglio far domanda di Dottorato a Bologna per il triennio 2009-2011. Sennò mi tocca aspettare un altro anno. E mi pare di aver già perduto troppo tempo tra una cosa e quell'altra. Poi se non va, sia che non riesca a far domanda, sia che ce la faccia ma mi seghino, vedrò di inventarmi qualcos'altro. Tipo all'estero? Si vedrà. Per ora l'obiettivo sono 5 esami e la tesi entro inizio Luglio."

Finire tutti gli esami entro Luglio compresa la tesi non era umanamente possibile. Però l'obiettivo finale non è andato perduto. Anzi, è tutto maledettamente a portata di tiro. L'appello di Comunicazione giornalistica il 10 Settembre, ben cinque giorni prima della scadenza dellla domanda di laurea per Ottobre, è ossigeno. Anche perché la tesi è praticamente finita, il professore l'ha già approvata e continuo a lavorarci solo per mio scrupolo (che ne dica La Polla, la seconda parte così comìè non mi piace, ancora troppo una bozza) e l'esame a Settembre è facilmente fattibile. Con l'ennesimo 30 si partirebbe con 107 punti su 110 alla discussione di tesi. Non male. Da domani si reinizia a lavorare. Inoltre posso addirittura permettermi di andare in vacanza per 9 giorni! (ne sento un po' la necessità).

Se tutto va come deve andare entro fine Agosto la tesi è conclusa, il 10 Settembre finisco gli esami, l'11 faccio domanda di laurea, entro fine Settembre faccio domanda di dottorato e a Ottobre concludo il primo percorso universitario con la speranza di intraprenderne presto un altro.

In fin dei conti mancano solo tre mesi e poc'altra roba se li confrontiamo con i dieci esami in sei mesi dati da fine Gennaio a inizio Luglio. Direi che il grosso è fatto.

Carpe diem.

Esattamente un anno fa, oggi, mi consegnavano il diploma in sceneggiatura che è appeso in camera mia a prendere polvere. Però s'intona con il colore della parete.

Ogni piccola retrospettiva.

Non lo faccio per tirarmela ma visto che, di solito, capita di non vedere mai proiettate le cose che ho scritto e a cui ho contribuito, ho letto sul sito del CSC che hanno organizzato una retrospettiva in onore di Daniele Segre proiettando una serie di lavori realizzati durante i suoi laboratori a scuola.

Venerdì 20, cioè domani, alle ore 19:00, come penultimo film, mostrano "Ogni piccola cosa" di Fabio Mollo, scritto da me. E' un piccolo documentarietto - della durata di qualche minuto - sulla vita di alcune persone appartenenti alla comunità islamica di Centocelle.

Se qualcuno che legge questo blog (quindi nessuno) si trova a Roma dalle parti della sala Trevi domani a quell'ora e se lo vuole vedere ora ne è a conoscenza.

Qui il programma completo della rassegna.

Grazie Mancio.

I still remember.

Riapre ufficialmente l'Oasis. Preview della stagione invernale 2008/2009. O Review delle passate glorie. Mettetevela come vi pare. 

Io so solo che il mio tempo è (il) passato.

- And I can see our days are becoming nights.
Bloc Party, I still remember
lyrics by Kele Okereke

Ultimi appelli.

  1. 03/06/08 - Metodologia delle scienze sociali
  2. 13/06/08 - Filosofia della musica (II° Modulo)
  3. 04/07/08 - Organizzazione ed economia dello spettacolo
  4. 09/07/08 - Estetica
  5. 10/09/08 - Comunicazione giornalistica

Non ne avevo MAI dubitato!*


* si comunica come la parola "mai" non tenga conto degli ultimi sette giorni.

Ritorno al futuro.

Valido dal 18/05/2008, ore 17 circa, minuto più, minuto meno.

Perdere lo scudetto contro Hector Cuper è proprio il colmo. Grazie a tutti.

Facciamo due conti.

Come sempre dopo ogni elezione intermedia che separa le Comunali qui a Sassuolo mi piace confrontare i numeri e vedere come oscilla l'opinione politica di questo paese perso tra le ceramiche. E, al solito, i risultati sono alquanto interessanti.

Nel 2004 è andata così: elezione al primo turno di Pattuzzi (DL-DS-PRC-PdCI-Verdi-IdV) con il 51,76 % contro altri 4 candidati Dallari (Lista Civica) 5,39%, Caselli (AN) 11,27%, Benedetti (FI-UDC) 22,98% e Risola (Lega) 8,60%.

I voti di lista sono stati i seguenti:

DS 25,14% + DL 13,82% = PD 38,96%

PRC 5,61% + PdCI 3,05% + Verdi 2,07% = La Sinistra 10,73%

IdV 2,16%

TOT. Centro-Sinistra 51,85%

FI 16,86% + AN 11,21% = PdL 28,07%

Lega 8,79%

UDC 6,17%

TOT. Centro-Destra 43,03%

Civica 5,12%

TOT. Lista Civica 5,12%

Nel 2006 invece all'epoca delle Politiche finì come scrissi già ampiamente qui. In sintesi si traduceva nei seguenti dati tratti solo dalle votazioni al Senato perché il numero dei votanti all'epoca equivaleva all'incirca a quello delle Comunali. Sono considerati solo i partiti eletti anche al Comune nel 2004:

DS 23,24% + DL 11,22% = PD 34,46%

Verdi/PdCI 5,12% + PRC 5,62% = La Sinistra 10,74%

IdV 2,62%

TOT. Centro-Sinistra 47,62%

FI 23,00% + AN 10,58% = PdL 33,58%

Lega 6,51%

UDC 7,32%

TOT. Centro-Destra 47,41%

Come si vede da questo dato il Centro-Sinistra nell'Aprile 2006 era sceso sotto il 50% e aveva perso esattamente il 4,23% mentre il Centro-Destra aveva guadagnato ben il 4,38%. Ovviamente la scelta era diversa, mancava la Lista Civica e alcune liste come il Movimento dei Repubblicani Europei o Alternativa Sociale, che oggi sono nel PD e nel PDL, o la Rosa nel Pugno, la cui componente Radicale è nel PD mentre i Socialisti hanno corso da soli, facevano gara a sé. Queste non sono state conteggiate perché liste non presenti alle Comunali del 2004 e, nonostante alcuni di quei voti, a oggi, rientrino nei due partiti maggiori che si sono affrontati, le percentuali che quelle liste presero alle elezioni 2006 furono così basse da essere ininfluenti.

Veniamo alle Politiche del 2008. I votanti alla Camera sono stati 26.015 mentre al Senato 23.934. Alle Comunali 2004 i votanti erano stati 25.421. Per il confronto quest'anno prenderemo quindi come riferimento la Camera perché più vicina al numero degli elettori e, tra l'altro, maggiormente rappresentativa perché votata anche dall'elettorato under 25.

I dati sono i seguenti:

PD 38,09%

La Sinistra 2,14%

IdV 4,10%

TOT. Centro-Sinistra 44,33%

PDL 32,35%

Lega 11,06%

UDC 5,34%

TOT. Centro-Destra 48,75%

Il primo dato lampante è questo: il Centro-Sinistra in due anni ha perso un altro 3,29% mentre il Centro-Destra ha guadagnato un 1,34%. Oggi, Aprile 2008, la differenza dei due schieramenti è a favore del Centro-Destra che, per la prima volta nella Storia, ha sorpassato il Centro-Sinistra di ben 4,42 punti percentuali diventando così lo schieramento di maggioranza relativa.

Se vogliamo aggiungere a ognuno dei due schieramenti anche i risultati de La Destra (3,04%) e de I Socialisti (0,45%), considerando vicine, almeno a livello locale, le politiche di questi due partiti (ricordiamo che quello di Storace è nato da una costola di AN al quale ha rubato dell'elettorato) all'uno e all'altro, vediamo come:

Centro-Sinistra 44,33% + I Socialisti 0,45% = 44,78%

Centro-Destra 48,75% + La Destra 3,04% = 51,79%

Il Centro-Destra più La Destra sia diventata la maggioranza assoluta nel Comune a scapito del Centro-Sinistra che, nonostante l'accorpamento a I Socialisti, non arriva nemmeno al 45%!

Il Centro-Sinistra nel 2004 aveva segnato un 51,85% mentre 4 anni dopo (con I Socialisti) segna un 44,78%, perdendo il 7,07%.

Il Centro-Destra nel 2004 aveva segnato un 43,03% mentre 4 anni dopo (con La Destra) segna un 51,79%, guadagnando l'8,76%.

Il sorpasso è avvenuto dopo che, nel 2006, esattamente nell'intervallo mediano tra il primo e l'ultimo rilevamento presi in considerazione, si era assestato un pareggio di poco favorevole al Centro-Sinistra 47,62% vs 47,41%, con uno scarto di soli 0,21 punti percentuali.

Nel 2008 lo scarto, a favore del Centro-Destra, è salito al 7,01%.

Vediamo la tabella:

Il Centro-Sinistra in quattro anni di governo Pattuzzi si ha bruciato 15,89 punti percentuali.

Analizziamo ora la situazione partito per partito:


E le variazioni in percentuale prendendo come dato base le Comunali del 2004:

Da come si evince dalle tabelle, il primo movimento cittadino rimane sempre il Partito Democratico con il 38,09% ma, rispetto al 2004, perde lo 0,87%, che si riduce a 0,42% se sommiamo la percentuale piccolissima de I Socialisti, portando così i due partiti al 38,54% dei voti.

Il Popolo delle Libertà invece fa un notevole balzo in avanti con un +4,28% attestandosi al 32,35% dei consensi e se sommiamo anche i voti dei fuoriusciti di AN de La Destra il totale arriva a 35,39%, ben +7,32% rispetto al 2004, portandosi a soli 3,15 punti percentuali dal PD+I Socialisti.

Il terzo partito è la Lega con un ottimo 11,06% che significa una crescita del +2,27% dal 2004 e addirittura un +4,55% dal 2006 dove aveva perso voti rispetto alle Comunali.

L'UDC è al quarto posto con il 5,34% delle preferenze, in calo sia rispetto alle Comunali del 2004 -0,83%, sia, soprattutto, rispetto alle Politiche 2006 dove aveva fatto registrare un ottimo risultato, -1,98%.

Quinto partito è l'Italia dei Valori che si assesta al 4,10%, sempre in proiezione costante dal 2004 in poi facendo registrare in quattro anni un +1,94%

La vera tragedia si consuma all'estrema sinistra, come in tutto il resto del Paese. La Sinistra che sia alle Comunali sia alle Politiche 2006 aveva fatto registrare risultati pressoché identici, +0,01% di crescita, dal 10,73% e al 10,74%, alle Politiche 2008 perde ben 8,59 punti percentuali rispetto al 2004, arrivando ad essere l'ultimo partito di quelli rappresentati in Consiglio Comunale con il 2,14%, 0,9 punti in meno anche de La Destra e solo 0,94 punti in più della somma del Partito Comunista dei Lavoratori e di Sinistra Critica. Una vera debacle!

Ma che fine hanno fatto questi 8,60 punti persi in 2 anni? Sicuramente una parte sono stati convogliati dal PD che dal 2004 al 2006 aveva perso il 4,5% e che dal 2006 al 2008 ha recuperato il 3,63%. L'IdV ha sicuramente incassato qualcosa, aumentando dal 2006 di un altro 1,46%. Ma la somma dei guadagni dei Democratici e dei Dipietriani si attesta al 5,09%, lasciando ancora scoperti 3,51 punti percentuali di perdita.

Se consideriamo che l'UDC ha perso il 1,98% di voti che probabilmente sono stati raccolti dal PdL e se riteniamo che a questa formazione politica - che nel 2006 aveva totalizzato il 33,58%, un risultato formato dal 23% di FI e dal 10,58% di AN - è stato sottratto un 3,04% da La Destra, poco meno di un terzo degli elettori sassolesi di AN alle Politiche 2006, potremmo arrivare a comporre il voto del PdL nel seguente modo:

AN (2006) 10,58% - La Destra (2008) 3,04% = AN (2008) 7,54%

PdL (2008) 32,35% - AN (2008) 7,54% = FI (2008) 24,81%

Possiamo presupporre che il risultato del PdL sia quindi composto da un 7,54% di AN e un 24,81% di FI. Se alla cifra di FI andiamo a sottrarre l'1,98% rubato all'UDC in questa tornata elettorale si scopre che la base forzista si assesta al 22,83%, non lontano da quel 23% del 2006, in calo di circa 0,17 punti.
Quindi possiamo dire che da AN è uscito un 3,04% che è stato raccolto con molta probabilità da La Destra mentre FI ha perso solo lo 0,17% che probabilmente è stato raccolto da La Lega, perdite comunque limate dall'1,98% di elettori sottratti all'UDC.

Tornando ora a quel 3,51% di punti perduti da La Sinistra ancora da assegnare e sottraendovi l'1,20% del Partito Comunista dei Lavoratori e di Sinistra Critica che sicuramente hanno raccolto quel bacino di voti dalla formazione arcobaleno, rimangono ancora 2,31 punti percentuali scoperti. Somma che possiamo presupporre essere stata incassata dalla Lega visto il suo strepitoso balzo del 4,55%. Sottraiamo ora a questo 4,55% il 2,31% perso da La Sinistra e lo 0,17% perso da FI e rimaniamo con un incremento del 2,07% che potremmo presupporre essere stato raccolto, confrontandolo con le Comunali del 2004, da una parte dei votanti della Lista Civica che aveva totalizzato il 5,12%.
Se facciamo poi un raffronto fra l'aumento dal 2004 e il 2008 della Lega, che si attesta al + 2,27%, e consideriamo che il risultato de La Sinistra nel 2004 e nel 2006 è stato pressoché identico, immaginando che il partito del Nord abbia recuperato da solo quell'elettorato perso (-2,28%) tra il 2004 e il 2006, il 2,31% delle perdite de La Sinistra rimasto da assegnare è pressoché identico al 2,27% guadagnato tra il 2004 e 2008 dal partito di Bossi.

CONCLUSIONE.

Credo che qui come nel resto del Nord Italia una buona fetta dell'elettorato de La Sinistra sia stato cannibalizzato dalla Lega, all'incirca un quinto del suo elettorato sassolese se consideriamo che nel 2004 e nel 2006 esso si attestava al 10,73/10,74%. Una diminuzione di numeri a dir poco impressionante.

Così come è impressionante il modo in cui, in quattro anni, il Centro-Sinistra cittadino abbia perso uno sproposito, il 15,89%. Due anni fa sempre di Aprile avevo scritto: "So che non è un metodo molto scientifico quello da me adottato ma se fossi in chi governa a Sassuolo inizierei a rimboccarmi le maniche per lavorare bene per i prossimi 3 anni".
Due anni dopo noto che si trovano sotto del 7,01% quando nel 2006 erano di pochissimo, ma ancora, in vantaggio. Evidentemente si sono rimboccati le maniche per perdere voti.
Ritengo che, a questo punto, a meno di clamorosi colpi di scena e se il Centro-Destra non si presenterà, come già pare, disunito alle Comunali 2009 - con la Lega intenzionata a indicare un proprio candidato Sindaco - la vittoria è a tutto appannaggio della presente opposizione. E probabile che quindi, per la prima volta, avremo i partiti di Sinistra all'opposizione a Sassuolo. Io l'avevo scritto due anni fa e l'avevo ripetuto a voce ai dirigenti del PD in una riunione in un bar di Piazza Piccola prima delle Primarie del Partito nel 2007: "state attenti, siete pari e rischiate di andare sotto" e avevamo proposto, come giovani di Sassuolo, anche dei piccoli rimedi alla situazione di alcune problematiche che ci riguardano e che affliggono il Comune. Non hanno voluto ascoltarci, in primis il Sindaco, e ora, poiché non si vedono le soluzioni promesse ai problemi di tutta la città (tra cui quelli di poco conto - si fa per dire - alle politiche giovanili), sono destinati a perdere, con alta probabilità, le prossime elezioni. Complimenti, davvero.
Si è perso. Ma era scontato. I numeri lo dicevano da tempo. I numeri e non solo. Anche i fatti. I fatti di (neanche!) due anni buttati. Ho visto che si è già iniziato a parlare di colpe, riconducendo il peccato originale a Walter e al suo "correremo da soli" detto nel bel mezzo dell'autunno del morente Governo Mortadella Bis. 
Il messaggio è rivolto ai Bertinotti e ai Boselli (unici con la decenza di andarsene dopo ieri), ai Pecoraro Scanio e ai Diliberto, ai Mussi e ai Cento. La colpa è solo vostra (e di Mastella). Il peccato che avete commesso non è quello di aver fatto cadere il governo precedente, la cui responsabilità è tutta del Ceppalonico, la vostra macchia inizia ad apparire già nel 2006, subito dopo il voto, quando, chiamati a governare - parola evidentemente a voi sconosciuta - un paese non avete fatto nulla per portare a compito la missione che le urne, a fatica, vi avevano assegnato. Possiamo parlare dei numeri risicati, possiamo parlare della legge elettorale ma sarebbero solo specchietti per allodole. La verità è che in questi 20 mesi di governo voi piuttosto che fare proposte costruttive avete messo i bastoni tra le ruote. Avete manifestato contro voi stessi! Contro voi stessi! La gente, guardate, non è stupida. Non lo è affatto. Molti non saranno acculturati come voi, non avranno letto Marx ed Engels, ma non sono stupidi, queste cose, basse, elementari, direi "di pancia", la gente le capisce. Benissimo, tra l'altro. Invece avete scelto di portare avanti la vostra "politica del NO" nonostante foste nella posizione di colui il quale le proposte le deve fare. 
La verità è che invece di sottostare alle decisioni del partito più forte, quello con la maggiore rappresentanza parlamentare, il nascente PD, ed esserne i suoi scudieri per controllare attentamente che non cadesse in un'imboscata tesa dall'opposizione, avete preferito voler portare avanti la vostra politica distruttiva credendo che quella fosse ciò che "gli italiani" volessero, pensando di sapere perfettamente ciò che il "popolo" desiderava, ovvero una politica come la vostra. Se con i vostri atteggiamenti di distinguo, con il vostro sistematico gioco di rompere le uova nel paniere, con la vostra arroganza di arrecarvi la consapevolezza di sentire i "problemi reali del paese" non aveste inscenato tutto questo carnevale continuo, beh, allora, forse, quei pochi provvedimenti buoni che il Governo era riuscito a licenziare (vedi l'accordo di Luglio 2007, soprattutto la parte riguardante i giovani precari che a voi stavano tanto a cuore) , ripeto forse, non avreste lanciato questa peste bubbonica sul centro-sinistra italiano, mettendolo in cattiva luce. Voi credevate che il problema degli italiani, soprattutto delle classi più povere, fossero la legge 30, le missioni militari all'estero, la base di Vicenza, i Dico, la TAV e le tasse di Totti, quando, in realtà, i problemi principali erano altri come queste elezioni hanno ampiamente dimostrato.
Non è stato il PD a cannibalizzare la Sinistra. Almeno non in così larga parte. La Sinistra è stata uccisa dalla Lega. Il partito del Senatur è quello che meglio di tutti ha, davvero questa volta, intercettato gli umori della gente, soprattutto di quella non acculturata, la più popolare, anche un po' ignorante e superstiziosa, quella che la Sinistra, invece che capire ha demonizzato. L'idea dell'operaio che si batte per la Rivoluzione non c'è più. E' morta. E come è giusto, oggi, sono morti anche tutti quei partiti che non hanno capito che il mondo dal 1989, con la caduta del Muro, è per sempre cambiato. D'altronde saggezza popolare vuole che "chi è causa del suo mal pianga sé stesso". Parole mai più che veritiere.

Dicevo: ha vinto di nuovo Lui. Onore delle armi e complimenti. Ora come ora non la vedo una cosa poi così negativa, anche perché peggio di così è difficile andare. Quattordici anni di governi inetti e abbiamo toccato il fondo. Si può contestare il fatto che il Cavaliere è stato uno dei responsabili di questa discesa agli Inferi, soprattutto con il suo Bis, e che adesso, con un terzo mandato, farà anche peggio. Potrebbe essere, ma ci vorrebbe proprio un genio del male per peggiorare le cose. Nella situazione in cui siamo è più facile migliorarle che peggiorarle.
Comunque vada la vedo in chiave positiva. Tra cinque anni ci possiamo dimenticare di lui. Non credo che come arzillo settantaseienne abbia intenzione di ricandidarsi Premier per la sesta volta. Sarebbe il colmo. Gli offriranno la poltrona di Capo dello Stato così che possa passare gli anni della pensione facendo il grande Padre dell'Italia (o il grande Nonno), figura alla quale si è sempre richiamato.
La mia speranza è che ora che ha una maggioranza forte in entrambi i rami del parlamento possa fare una seria politica conservatrice. Non che mi piacciano le dottrine tatcheriane e/o reganiane, anzi, discendendo direttamente dal pensiero filosofico-economico di Adam Smith, le aborro con tutto il cuore - non credo che il mercato si autoregolamenti da solo nel modo più assoluto e che una società fatta di uomini che inseguano il proprio interesse personale a scapito degli altri porti al miglioramento di questa stessa società, vedi gli esempi lampanti di USA e UK negli anni '80, fintanto che queste politiche verranno perseguite. Però riconosco il fatto che le politiche economiche conservatrici siano necessarie per spezzare, a costo di grandi sacrifici per la parte più povera, un Paese e sulle macerie che esse si lasciano alle spalle ricostruire in maniera sana attuando politiche-economiche kenynesiane, legate ad un New Deal di stampo roosveltiano. Abbiamo già perso quattordici anni, contando i prossimi cinque e quelli successivi per attuare la ricostruzione, ne avremmo persi ventiquattro - UN QUARTO DI SECOLO! - sarebbe l'ora di darsi una mossa.
Il vero problema -  e qui la sconfitta di ieri non si trasformerebbe in vincente ma in perdente - è che la i Conservatori italiani non siano capaci di attuare una tale tipo di politica che è peculiare per i Democratici (finalmente si può parlare in termini di Conservatori e Democratici anche nel nostro paese!) per attuare poi le loro politiche di ribilanciamento sociale e di rilancio del paese - come gli esempi storici di USA, UK e anche Spagna insegnano. Ho paura che Berlusconi venga frenato da Fini, il quale non dimentichiamolo discende direttamente da una tradizione sociale, ma soprattutto da Bossi, il cui partito è tutto meno che Conservatore ma alquanto Populista. E il problema è proprio quest'ultimo che i nuovi Conservatori italiani non si rivelino altro che la vecchia Destra italiana: populista e corporativa. Come la Sinistra, che però è stata spazzata via dalla Storia, incarnava ormai valori vetusti, stantii e maleodoranti se anche la Destra italiana si rivelerà ancora tale e non avrà fatto un salto di qualità verso un conservatorismo postmoderno, non c'è alcuna speranza che la situazione italiana cambi e i prossimi cinque anni di governo Berlusconi saranno da ascriversi ai quattordici già passati. Il primo banco di prova è la vicenda Alitalia e Malpensa: vogliamo continuare a finanziare con i soldi dello Stato un mastodontico buco o vogliamo privatizzarlo al migliore offerente, disinteressandosi completamente e cinicamente, come sarebbe consono ai veri Conservatori, della perdita dei posti di lavoro o vogliamo invece continuare a difenderli nonostante la perdita economica importante come farebbe una Destra sociale? Se, si noterà il cambiamento di direzione di questo ramo del parlamento, allora, sebbene non approvi la maggioranza delle loro politiche conservatrici, potremmo almeno dire di aver intrapreso veramente una strada nuova, sebbene dura e piena di lacrime.

Infine Walter. Vincere, lo sappiamo tutti, sarebbe stato impossibile. Soprattutto per quella pubblicità negativa che il Mortadella ci aveva lasciato. I meriti dell'ex Sindaco di Roma sono tanti però. Innanzi tutto è riuscito ad aumentare i voti presi alle scorse politiche dall'accoppiata DS-DL, in un Paese, l'Italia, che non è mai stato progressista e che nell'animo è del tutto reazionario per una serie di motivi diversi. Ma, soprattutto, il suo capolavoro è stato quello di semplificare, e di molto, lo scenario di questo Paese, portandolo a un sincero bipartitismo e, maggiormente, modernizzando il modo di fare politica. La telefonata, ieri prima delle otto, a Berlusconi per congratularsi della sua vittoria ne è la dimostrazione più lampante. Ora il gioco si fa interessante. Come opposizione abbiamo il compito e il dovere di dare una mano per le riforme - se sarà richiesta, come mi auguro, la nostra opinione - in chiave di repubblica federale e di ristrutturazione degli organi di governo di questo paese, da una semplificazione parlamentare a una nuova legge elettorale che accentui ancora di più la nuova situazione che si è venuta a creare di due forti partiti superiori al 30%. Ma è compito anche di un Partito Democratico quello di fare un'opposizione ferma su alcuni punti non negoziabili come salvare il welfare state dagli attacchi che i Conservatori vorranno portargli e, anzi, cercare di migliorarlo, così come tentare di introdurre nuovi ammortizzatori sociali moderni ed adatti alla legge sul lavoro vigente.

Il futuro si prospetta durissimo ma al contempo interessante. L'unica cosa che dobbiamo sperare è che questa Terza Repubblica non si riveli un fallimento e un disastro come la Seconda appena defunta.

Canto popolare tradizionale.

Bella Ciao, Bella Ciao, Bella Ciao Ciao Ciao...


... una mattina mi son svegliato e non ho trovato l'elettor!

Il solito Walter...

... pensa solo al Cinema e non al resto.


Che invidia!

Colpo al cuore.

Quando l'ho visto l'altro giorno al cinema mi è preso un colpo! Sono rimasto a fissare per 30 secondi, inebetito. Quei due sguardi... Questi pubblicitari lo sanno fare il loro lavoro del cazzo!

Aspettiamo il 24 Aprile con ansia.

Kaiser Chiefs @ The DL Records.





Non c'è 2 senza 3(0 e lode).

Tre esami in 2 settimane. 30 e lode, 30 e 30. Peccato per il 27 preso a Febbraio in quella merda di Tecnologie Multimediali che mi registra il 10 Aprile. Vabbé che per un esame per il quale il livello di studio è stato pari a zero, basato tutto su conoscenze pregresse, non è andato così malvagiamente.
Mi mancano 5 esami. Il 25 di Gennaio ne mancavano 11. Ne ho dati 6 in meno di due mesi. Ok, alcuni erano facili. Tabella di marcia più che rispettata. Si era detto al 17 Marzo devono mancare 5 esami e, in effetti, così è. Ho un parziale di Filosofia della Musica tra dieci giorni esatti e poi fino a Maggio nulla. Quasi due mesi, il tempo per studiare ciò che resta e finire la tesi entro la prima di Luglio così da riuscire a laurearmi ad Ottobre. La bibliografia ormai l'ho raccolta tutta, è un bel pò di roba. C'è da farsi il culo, ma si sapeva. Mi piace. Ho passato i primi 3 anni a detestare l'Università (7 esami) e altri 3 a non fare nulla - a parte il CSC - poi sette mesi per ricarburare con l'ambiente (5 esami) e ora, nel giro di manco un anno, Ottobre '07 - Luglio '08, sto cercando di portare a conclusione 2 anni in uno (11 esami). La tesi a Ottobre è puro tempo tecnico. Anche se è una scadenza imprescindibile se voglio far domanda di Dottorato a Bologna per il triennio 2009-2011. Sennò mi tocca aspettare un altro anno. E mi pare di aver già perduto troppo tempo tra una cosa e quell'altra. Poi se non va, sia che non riesca a far domanda, sia che ce la faccia ma mi seghino, vedrò di inventarmi qualcos'altro. Tipo all'estero? Si vedrà. Per ora l'obiettivo sono 5 esami e la tesi entro inizio Luglio. Diciamo 4 e mezzo visto l'intermedio a fine mese.

Messaggio per il Mondo.

Andatevene tutti a fare in culo.

Di cuore.

Il Giannelli di oggi.


Ci sarebbe da piangere ma prendiamola sul ridere!

Da cento anni c'è solo l'Inter.

Football Club Internazionale Milano
9 Marzo 1908 - 9 Marzo 2008
CENTO ANNI

Nemico Pubblico.

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Evidentemente a forza di parlare di cazzo, figa, tette e culi, devo aver turbato la coscienza di qualche ben pensante. 

Beati loro, trovarne di cose da cui farsi traumatizzare.

(Graham Coxon) Love(s) You.

I miti narrano che, nei tempi antichi, esisteva qualcosa nominato Weekend. Gli storici sono tenuti a credere che con tale parola ci si riferisse in particolare agli ultimi due giorni della settimana, il Sabato e la Domenica, e, per alcune categorie particolari, anche al Venerdì sera.

Oggi, purtroppo, all'alba geologica del ventisettesimo anno, di quella parola si è dimenticato completamente il significato. Recenti studi hanno ipotizzato che a tale nome venissero collegati sentimenti di euforia e trepidazione nell'attesa dell'evento, gioia e, soprattutto, divertimento, durante i giorni preposti. Pare che i partecipanti a tale specie di rito fossero soliti uscire in compagnia, raggrupparsi per svolgere conversazione su temi per la maggioranza frivoli - sebbene gli studiosi ritengono plausibile che alcune serate fossero dedicate ad argomenti ben più seri - o abbeverarsi, sorseggiando solitamente bevande alcoliche - ma sono stati rinvenuti scheletri di specie che dovevano essere completamente astemie e riuscivano a sopravvivere grazie a potenti analcolici corrosivi per il fegato - oppure svolgere balli di gruppo in soliti luoghi ben definiti fino a notte fonda, presumibilmente le quattro del mattino, quando facevano ritorno alle loro tane. In uno studio appena pubblicato su Science, si menziona la teoria che il Sabato notte essi ritardassero il loro ritorno fin verso orari prossimi al sorgere del sole del giorno seguente.

Purtroppo, all'alba geologica del ventisettesimo anno, della parola Weekend e del suo significato si è persa ogni traccia. Ciò che gli ultimi due giorni della settimana rappresentano oggi è solo una sbiaditissima copia di ciò che poteva essere un tempo. I paleontologi immaginano che la catastrofe ebbe inizio quando in un luogo ormai mitico, edenico, che è stato raffigurato come un'Oasi, la musica iniziò a cambiare e l'equilibrio, fino a quel momento armonico, tra le specie indigene si incrinò. Ogni essere sviluppò una propria personalità, un proprio gusto, differenziandosi dai suoi, fino a quel momento, simili. Altri gruppi si formarono e, spesso, la vita di questi animali si ridusse a un'esistenza a due che fece scordare ad entrambi i componenti - complice l'estinzione totale dei luoghi edenici dove vivere la loro vita - i miti fondativi della loro esistenza e della loro felicità, portandoli così a un imbarbarimento che non avevano mai conosciuto prima.

Solo alcuni canti e musiche, specialmente se ascoltati dal vivo, sembra siano capaci di far riemergere un piccolissimo ricordo di quegli archetipi ormai perduti per sempre. Ma il pensiero è sfuggente, così come nasce, muore. Il loro organismo è mutato irrimediabilmente.

Le immagini in movimento, del cinema o, ancora più spesso, della televisione, come spettri, hanno abbagliato le loro menti e inibito i loro corpi, portandoli a un'atrofia riproduttiva e vitale che li ha resi solo dei fossili, immobili e invecchiati, abbagliati dalla ferma convinzione che questa vita odierna sia quella che porterà loro la vera felicità quando, invece, l'Eden è perso per sempre, distrutto dalle immagini - simulacri mortiferi, uccisori di quell'eterea speranza di un futuro radioso una volta loro compagna - che hanno assuefatto le loro coscienze e che mostrano ciò che, in ultima istanza, diverranno: pensieri dimenticati. Così i miti ancestrali andranno persi per sempre.

Maldigola.

La verità è che è vecchio. La verità è che dovrebbe starsene a letto con le babbucce, il pigiama di flanella, il cuscino sullo stomaco, il cappello di lana in testa e il termometro in bocca.

Invece fa lo young e se ne va' in giro per Bologna alla ricerca dei testi (perduti) per la tesi. Poi gli viene il maldigola, senza pensare che da lì a qualche giorno avrà un esame. 

Bello, lui, il giovane, con il suo maglioncino a righe orizzontali nero-verdognole e i jeans che gli rasentano il culo, muoversi, agile, quasi sbarazzino, tra i portici della Dotta, da una biblioteca all'altra, alla ricerca del tempo perduto, con l'eterea speranza di un futuro radioso, lì con lui, come amante. 

Quattro anni, buoni, sono stati buttati. Lo sa, ne è conscio, ma finge che non gliene freghi più di tanto. Perché, lui, il giovane, che poi in realtà è un vecchio che si pensa giovane, cerca di barare con il tempo, di sottrarsi a lui, come se quel due e quel sette, uno di seguito all'altro alla voce "Età" sulla carta di identità, non fossero reali. 

Si dice: "Sticazzì, sempre meglio il due prima del sette e non il contrario". Ma il sette non è uno zero. Il prossimo tondo che lui rivedrà sarà preceduto da un tre. E forse, per quel momento, gli toccherà mettere la testa a posto, trovarsi un lavoro con cui campare, perpetuare il suo corredo genetico e scovare un modo per bissare la veneranda età di suo bisnonno, Cavaliere di Vittorio Veneto.

La verità è che il suo tempo è quasi passato. La verità è che lui è stato il figlio del cambiamento. Se ne è sempre sempre reso conto e, per questo, è sempre stato incapace di reclamare un momento nella Storia per sé, di farlo suo, di sentirsene il padrone, per lui e la sua generazione, nell'attesa che le promesse del futuro si realizzassero. Nessuna certezza, ahinoi, nessuna certezza.

Il maldigola è qui per ricordarglielo. Memento. Il tempo non lo puoi fregare. Eppure, questo maldigola, a lui, piace.

Non credo che, in Italia, il lavoro di stripper, con il quale la signorina Brook Busey-Hunt, in arte Diablo Cody, viveva, aiuti la carriera cinematografica.

Al massimo, qui, ti può dare più chance per ritrovarti su una statale di periferia dalle 10 alle 3 del mattino.

Invece, negli USA, ci puoi vincere un Oscar come migliore sceneggiatura alla tua opera prima. Pensa te. E complimenti.

Tappami, Levante, tappami! Se tu mi vo' bene!

Lacrime.



OASIS CLUB 28 Novembre 1999.

Non mi si vede ma ero sicuramente lì. Altri tempi, cazzo.

Aspettando chi?

Non voglio entrare in merito all'assurdità e all'ipocrisia di quelli che vorrebbero la moratoria sull'aborto. Sono quelle persone che, mosse da un loro ideale (o fede) che può avere anche delle forti motivazioni, credono che a eliminare una pratica che loro considerano indegna - sia essa l'aborto, l'assunzione di droghe, la prostituzione, l'assunzione di alcool e tutto quello che più vi aggrada - questa non venga più praticata quando la Storia e l'esperienza quotidiana ci dicono il contrario. Non si abortiva lo stesso quando non c'era la 194? Non si tradiva e non si avevano amanti quanti non c'era il divorzio? La gente non continua ad assumere droghe nonostante la legge lo vieti espressamente? Oppure uomini e donne hanno per caso smesso di andare a puttane - sebbene non sia propriamente illegale andarci ma solo sfruttarla (una classica dimostrazione dell'ipocrisia catto-comunista) - dopo la chiusura dei bordelli? Infine tutti i giovani e meno giovani non continuano ad ubriacarsi e subito dopo a guidare i loro automezzi sebbene le percentuali di alcool che possono ingerire per mettersi al volante siano tra le più restrittive d'Europa? Poi, se invece di fare i pragmatici - qualità che in politica, ma soprattutto nella vita, si rivela più essenziale e più importante che essere mossi da un'ideale e/o una fede cieca in qualsiasi cosa - vogliamo ragionare solo in termini assolutistici di verità che risiede solo in certi pensieri e non in altri, beh, possiamo discuterne per ore senza venirci a capo. L'esperienza, che è ciò che in fin dei conti ci fa comportare in una certa maniera e non in un'altra, è, nel nostro piccolo, la migliore consigliera. Io faccio fatica ad abbracciare un'idea assoluta senza poterla mettere in discussione come fanno tante persone che pare non ragionino o ragionino solo per fare tornare il loro discorso e convincere gli altri. Sono degli oratori retorici, nel senso greco (antico) del termine. Credo che di persone del genere tocchi avere paura, siano esse religiose o laiche, non importa. L'assolutismo ideologico è esistito ed esiste in entrambi gli schieramenti.
Ma non volevo parlare di questo. Quello su cui mi interessava riflettere, anzi domandarmi senza risposta, è altro. In parte si ricollega al pensiero precedente. Io vedo questi signori, gli assolutisti ideologici, che, ovunque nel mondo, dall'Iran agli Stati Uniti, dallo Stato Pontificio all'Italia, impazzano ogni giorno sui giornali, sulle televisioni e sui mezzi di comunicazione in generale per esprimere con forza (e forse un po' di arroganza) le loro idee. Benissimo liberissimi di farlo. Solitamente sono persone di mezza età o più anziane. D'altra parte vedo anche coloro che si oppongono ai loro pensieri, alcuni di questi spesso mossi da contrapposte ideologie, e mi accorgo che anche loro sono persone di mezza età o più anziane. In tutto questo, sia da una parte sia dall'altra, mancano i giovani. Diciamo quelli sotto i quarantacinque anni, visto che l'accezione giovane nel nostro paese poi è altamente aleatoria. Prendiamo l'esempio di questi giorni: Giuliano Ferrara e (Don) Camillo (l'amiko del Tedesko) Ruini sul fronte anti-abortista e tutte queste donne scese nelle piazze, a partire dall'ancora per poco Ministro della Salute Livia Turco, dopo l'assurdo intervento della polizia all'ospedale al polo opposto. Non mi pare, soprattutto vedendo chi ha manifestato, che ci fosse della grande gioventù. O, se c'era, si poteva riassumere in poche decine di persone. Questo è il problema. A difesa dell'aborto c'erano solo donne che non potranno più rimanere incinte. Uno potrebbe dire: è l'argomento che ostico e non attira. Un'affermazione del genere sarebbe già grave di suo ma non credo sia vera. Infatti, prendiamo come esempio le primarie del Partito Democratico. Altro argomento, sicuramente più leggero, meno intellettualmente impegnativo. Come scrissi, il 14 Ottobre scorso ho votato alle primarie, l'ora candidato premier, Walter Veltroni. Sabato scorso, 9 Febbraio, sono tornato a votare per le primarie del Circolo cittadino del PD come elettore del 14 Ottobre - dove tra l'altro mi sono anche iscritto, tanto per donare cinque euro alla causa, perché credo in un sistema a due partiti che altro. Comunque, in entrambe le occasioni a quattro mesi di distanza, l'affluenza era sempre molto alta così come l'età media. Anche qui pochissimi giovani. Parliamo di rinnovamento della classe politica, del PD nato come un partito nuovo, dell'apporto essenziale del mondo giovanile per crearlo, eleggiamo pure un segretario comunale che è nel pieno dei vent'anni e la "base" è formata da ex comunisti (in maggioranza) ed ex democristiani che comunque vada, faranno sempre quello che il Partito dice? C'è qualcosa che non torna.
C'è proprio qualcosa che non torna se in un paese come il nostro le persone non si interessano a ciò che accade loro intorno. Siamo diventati tutti dei piccoli proprietari terrieri senza terra. E lo dice uno a cui piace fare l'individualista, a cui piace contare sulle proprie forze e che ha poca attitudine a collaborare con gli altri, e quindi è una critica anche verso me stesso, ma è impressionante come con la caduta delle ideologie, di qualsiasi segno esse fossero, le persone, lasciate sole con sé stesse ad ammirare immobili il vuoto che rimbomba dentro di loro, abbiano completamente perso il senso di cosa significa vivere, per forza, volenti o nolenti, in comune, uno di fianco all'altro. Siamo diventati una massa di stronzi egoisti. Non pensiamo che togliendo ad alcuni delle libertà, dei diritti, che oggi a noi non servono forse, in futuro, potremmo essere noi stessi a richiederli perché allora ci serviranno e che, se una volta non ci fossimo opposti, potremmo beneficiarne immediatamente senza dover lottare contro chi la pensa come la una volta lo facevamo noi. In sostanza non abbiamo più un'idea di futuro. E' troppo facile sentirsi dire che non la possediamo più perché è la società stessa a spogliarci di tutti i nostri sogni o ci toglie la possibilità di vivere con un obiettivo. E' vero, può essere un deterrente, ma mai una scusa per l'ignavia che ci colpisce tutti e, in particolare, le nuove generazioni. Chiunque desidera svolgere un lavoro da dipendente per non avere alcuna responsabilità. Siamo la generazione che se ne vuole lavare le mani. Sfuggiamo da tutti i nostri obblighi trasformandoli in doveri, dal lavoro dove non vogliamo assumere posizioni di comando e quindi di responsabilità ma poi ci lamentiamo perché non guadagnamo nulla mentre chi dirige incassa tre volte tanto se non di più, all'ambito familiare dove o non si ha minimamente idea di mettere al mondo dei figli oppure se ne mettono al mondo troppi e poi non si ha la capacità e la possibilità, anche economica, di provvedere a loro e si preferisce lasciarli abbandonati a loro stessi o viziarli per compensare il nostro senso di colpa per non avere il coraggio, ad esempio, di leggere loro una favola invece che attaccarli a una console o a un computer. Oppure in ambito sociale dove prima di tutto veniamo noi come singoli individui, poi, forse, i parenti più stretti, seguiti, solo in alcuni casi, dagli amici - se così li vogliamo definire, il più delle volte sono dei semplici conoscenti - e poi nessun altro. 
Ciò dimostra la nostra essenza di pecoroni? Se non abbiamo qualcuno che ci guidi non riusciamo a ragionare con la nostra testa? Se non abbiamo un'ideologia o una fede che ci muove siamo troppo spaventati ad ascoltare noi stessi? Siamo troppo terrorizzati per cercare di capire cosa, liberi da ogni preconcetto mentale, siamo veramente? Forse sì, probabilmente sì. Forse quello di cui abbiamo bisogno sono proprio le ideologie. Ci piace credere alle favole, ci piace credere a qualcosa di cui non abbiamo la certezza che sia realizzabile o che esista invece che confrontarci con ciò che è tangibile, reale, quotidiano ed esperienziale perché la speranza e la credenza in un qualcosa al di fuori di noi è più facile da accettare per vivere più felici, certi, in base al nostro unico parere, di un futuro roseo che verrà. L'ideologia e la sua mancanza producono lo stesso effetto: l'ignavia, manifesta per chi non crede, e non manifesta, ma presente, visto che si vive attendendo qualcosa, per chi vi ha fede.
Un pò come quei due personaggi di Beckett che soli se ne stanno sul ciglio della strada ad aspettare, aspettare ed aspettare, dimentichi del presente e quindi di ogni tempo, come in un limbo. Godot, purtroppo per loro, non è mai arrivato.

Uhm.

Ha chiuso la Margot

Uhm. 

Dispiace. 

Sbuffo.

Orgasmo.

Vedi colonna a lato.

La domanda è la seguente: i voti valgono i chili? Non credo.

Rassegna stampa.

Per chi conosce l'inglese si legga questo commento della BBC su come ci vedono loro in questo momento. E' alquanto esplicativo. L'articolo s'intitola Something rotten in state of Italy ovvero Qualcosa di marcio nello stato dell'Italia (con tanto di doppio senso sulla parola S/stato).

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