Time may change me but I can’t trace time.
sabato 4 febbraio 2006 by VAN
Riflettevo che è importante essere on time. Sempre. E detto da un ritardatario cronico deve essere vero. Nelle piccole cose è una forma di rispetto verso gli altri ma riguardo ai "grandi temi" è una forma di rispetto verso sé stessi. A parte me, conosco un sacco di persone che non sono on time. Uomini e donne. Donne e uomini. Motivazioni? Le più diverse, ma spesso è a causa del carattere. Cazzo il carattere fa brutti scherzi. Mi piacerebbe dare la colpa alla società in cui siamo cresciuti, alla Chiesa Cattolica Romana e alla sua influenza intrusiva sulle nostre coscienze, ma non è così. Sicuramente un influsso, entrambe le cose, ce l'hanno ma non sono la causa principale. Il male, perché di male si tratta, un male verso sé stessi, nasce proprio dentro, inside, da qualche parte tra il cuore e lo stomaco. Lì, proprio lì. Vogliamoci male, facciamoci del male, sopravviviamo fuori dal tempo. Sprechiamolo. Il tempo è la nostra condanna ma è ciò che ci unisce, ci rende tutti uguali. Ci uccide, secondo dopo secondo. E' così prezioso perché non è recuperabile. Una volta passato non ritorna più. E sfruttarlo, anzi, rispettarlo è la cosa migliore che possiamo fare per lui e per noi stessi. Anche per non ritrovarci tra 25 anni, all'età di 50, come gli adulti di oggi. Grassi, pieni di rimpianti e in mezzo alla pista di una squallida discoteca specializzata in musica degli anni ottanta assieme a tristi divorziati in cerca di una scopata. E' il problema della mia generazione non sapere vivere secondo il tempo, apprezzare quello che si ha, non complicare troppo le cose o è stato un problema per tutti da sempre? Non lo so. Però, di certo, vedo tutte queste cose tra di noi. Molte occasioni sono già passate, molti momenti della vita importanti se ne sono andati e non torneranno più. Li abbiamo persi. Dobbiamo cercare di dimenticare il passato. Non la memoria ma il passato. Guardare avanti. E cercare di vivere a tempo, sbrigandosi a recuperare la strada perduta. Recuperare non significa dover ripercorrere velocemente tutto il cammino che non abbiamo intrapreso prima ma saltarlo, darlo per perso e aggiornarci. Tornare in sintonia con noi stessi. Uomini o donne che siamo. Tornare a stare bene con noi stessi.
Mi sembra che questo post ti calzi a pennello!
Io pensavo a qualcun'altro. Ma tant'è, può funzionare anche con me.
Mi ricorda una dissertazione a casa di Campio in seconda serata... o forse era ormai terza serata
O anche la quarta.