The European Dream.
venerdì 21 dicembre 2007 by VAN
venerdì 21 dicembre 2007 by VAN
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venerdì 30 novembre 2007 by VAN
Ho voglia di scrivere. E invece mi tocca leggere. Leggere, leggere, leggere. Non che sia brutto, affatto. Devo dire che ciò su cui i miei occhi posano il loro sguardo è alquanto interessante. Ma ho voglia di fare, mettermi seduto e lasciare andare le mani. Non di sceneggiatura. Quella devo completarla, per lavoro, se così si può chiamare, ma non ne ho voglia. Sono uno sfaticato, questo è certo. La finirò e anche in fretta ma ciò che desidero è scrivere. Non ho idee, ma non importa, verranno. Oppure di idee ne ho fin troppe e non riesco a metterle una in fila all'altra. Non sapere da dove cominciare è brutto. Ma forse lo so. E che solo non ho tempo. Questa Laurea è mortale. Ti ruba i tuoi anni migliori. I miei anni migliori. Ma sono io che me la sono cercata, non mi ha obbligato nessuno. Ripensamenti sul Centro? Nah. Sono stati tra i tre anni migliori della mia vita. Certo, non mi hanno portato soldi e fama - ma qualcuno, già prima, ci credeva? - e nemmeno uno straccio di lavoro pagato, le uniche cose che ho fatto le ho fatte da solo (alone) e devo dire sono state interessanti. E' stata interessante. E' interessante. Però fa piacere vedere la faccia di quelli con cui parli rimanere alquanto compiaciuta quando sanno di parlare con uno che ha "fatto (fatto?) cinema". Nessun ripensamento. Mica per queste piccole soddisfazioni ovvio, bene essere narcisi ma senza esagerare. Tre anni importanti. Mi sono divertito, l'ho già detto e comunque sono cresciuto. E poi ora, a ventisei anni - quasi ventisette, quasi ventisette (Holy Christ!) - scopro l'Università che prima di adesso non avevo mai frequentato nonostante una tutt'altro che magra media voti. Bologna è un posto interessante. Bello. Affascinante. Roma è meglio architettonicamente, non c'è che dire ma Bologna ha qualcosa in più. Sarà che è al centro dell'Emilia-Romagna, quindi è al centro del Mondo, perché l'Emilia e la Romagna sono il centro del mondo. Sono IL MONDO. E' difficile da spiegare per chi non vi è nato. O forse sono io che non lo so spiegare. Ma le giornate grigie e fosche, quando la nebbiolina ti intirizzisce le ossa e ti penetra nel cuore oppure quando d'estate il sole ti batte sulla testa e vedi i fiumi secchi, privi di acqua o il mare di Cattolica con quell'acqua scura, sabbiosa, sporca come molti la definiscono e l'aria calda si alza dal terreno crepato nei campi tra Spilamberto e Vignola su su lungo le colline. Ti senti a casa e non vorresti mai andartene, isolandoti da tutto il resto perché tutto ciò che desideri, la vita, è qua. La non-vita è altrove, ovunque, forse tranne che a Londra e dove sostano la natura, i boschi, le foreste, i vigneti. Vedi tutto e torna a casa. Casa. Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Imola, Cesena, Rimini, poi su fino a Ravenna, Ferrara e di nuovo Piacenza, sulla nostra sponda del Po, seduto sull'argine a osservare l'altro lato del fiume. La fine del mondo, la fine di noi stessi e del nostro umile essere. E' bello sentirsi a Casa. Cazzo che voglia di scrivere.
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domenica 25 novembre 2007 by VAN
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venerdì 16 novembre 2007 by VAN
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martedì 13 novembre 2007 by VAN
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martedì 6 novembre 2007 by VAN
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lunedì 22 ottobre 2007 by VAN

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domenica 9 settembre 2007 by VAN
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martedì 28 agosto 2007 by VAN
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giovedì 12 luglio 2007 by VAN
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mercoledì 27 giugno 2007 by VAN
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venerdì 1 giugno 2007 by VAN
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domenica 13 maggio 2007 by VAN


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martedì 24 aprile 2007 by VAN
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domenica 22 aprile 2007 by VAN
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venerdì 23 marzo 2007 by VAN
"Nel nostro atteggiamento verso la guerra, che, da parte della Russia, anche sotto il nuovo governo di Lvov e soci, rimane incontestabilmente una guerra imperialistica di brigantaggio, in forza del carattere capitalistico di questo governo, non è ammissibile la benché minima concessione al "difensismo rivoluzionario".
Il proletariato cosciente può dare il suo consenso ad una guerra rivoluzionaria che giustifichi realmente il difensismo rivoluzionario solo alle seguenti condizioni: a) passaggio del potere al proletariato e agli strati più poveri dei contadini che si schierano dalla sua parte; b) rinuncia effettiva, e non verbale, a qualsiasi annessione; c) rottura completa ed effettiva con tutti gli interessi del capitale."
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mercoledì 14 marzo 2007 by VAN

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domenica 11 marzo 2007 by VAN

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mercoledì 7 marzo 2007 by VAN
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sabato 3 marzo 2007 by VAN
La band di Sheffield, dopo poco più di anno dalla release del singolo d'esordio, sforna già la
I Black Rebel Motorcycle Club invece sfornano Weapon Of Choice, un puro pezzo rock.
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mercoledì 28 febbraio 2007 by VAN

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venerdì 23 febbraio 2007 by VAN
"Yours Truly, Angry Mob" non è "Employment". Quindi, se siete affezzionati a quel disco, come il sottoscritto, dimenticatevelo. In questo secondo effort non c'è speranza che troviate un sound che si rifaccia all'album d'esordio. Se i blur, che considero il gruppo a cui maggiormente si rifanno i cinque di Leeds, ci impiegarono un album di transizione ("The Great Escape") per liberarsi del Brit-pop, i Kaiser Chiefs passano direttamente da un suono e un ambiente molto british a un rock più diretto, meno sfarzoso, più cupo e certamente più incazzoso.
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venerdì 16 febbraio 2007 by VAN
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giovedì 8 febbraio 2007 by VAN
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venerdì 2 febbraio 2007 by VAN
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martedì 30 gennaio 2007 by VAN
Il nuovo disco di Air s'intitola Pocket Symphony. Prodotto da Nigel Godrich, già produttore di Radiohead e dell'album solista di Thom Yorke, il cd è in maggioranza composto da diversi pezzi solo musicali, privi di voci, e si avvale, nei brani cantati di importanti collaborazioni tra cui quella di Jarvis Cocker in One Hell Of A Party. L'humor del disco è abbastanza scuro, sicuramente più dark dei lavori precedenti del duo francese. Lo stile è riconoscibile, l'ascolta passa tranquillo, senza troppi sussulti, un'ottima musica da sottofondo, forse un pò troppo triste, utile per le giornate con il mood down. Non il loro capolavoro, forse, ma un buon disco a mio parere.
A Weekend In The City è il secondo, atteso, non c'è che dire, disco di Bloc Party dopo il superbo esordio di due anni fa. L'album è apparso su internet da un sacco di tempo e questo provoca un dubbio, di quelli forti, ovvero che la copia che giri online sia un premix di tutto il lavoro. La qualità audio non è proprio eccezionale ad ascolare con orecchio attento ma nonostante questo il disco scorre piacevole, ricalcando un pò gli stilemi e le sonorità del precedente, sebbene si possa denotare una presenza minore di pezzi ballabili o facilmente orecchiabili al primo ascolto (non che Silent Alarm ne fosse troppo dotato comunque). Delusione? Non direi ma mi aspettavo qualcosa di differente, un pò più distaccato dal passato sebbene, come dichiarato da Okereke, molte canzoni risalgono ad ancora prima la release dell'esordio. Comprensibile il genere di disco che ne sia venuto fuori (sempre che il mix finale sia questo).
E' incredibile come Damon Albarn riesca a far luccicare tutto quello che tocca o quasi. Questo The Good, The Bad & The Queen si candida ad essere uno dei dischi dell'anno. Come avevo già scritto il gruppo è formato da Albarn (Voce e Piano), Simon Thong (The Verve, Chitarra), Tony Allen (Fela Kuti, Batteria) e Paul Simonon (Clash, Basso). Albarn ci porta in un'Inghilterra molto diversa da quella gioiosa e ridanciana del 1994 raccontata in Parklife (blur). Tredici anni dopo, dopo l'era blairiana, sembra di essere capitati nel Kingdom of Doom, titolo del secondo bellissimo singolo estratto da questo LP. Albarn racconta una nazione caduta nel baratro, scure melodiche armonie si rincorrono nel disco che esplora e amalgama diversi generi musicali rivitalizzandoli e creando sonorità indescrivibili con le parole. La produzione di Dounger Mouse l'avvicina molto al secondo disco di Gorillaz, ma qui, due anni dopo, siamo un passo in avanti nell'evoluzione artistica di uno che ha orecchio per il mondo che lo circonda e ha la fortuna di collaborare con le persone tra le migliori che si possano trovare sulla scena musicale. Se fosse un film sarebbe 2001: Odissea nello Spazio che, come noto, o si ama o si odia.
Come mi aspettavo Myths Of The Near Future di Klaxon è un disco stupendo. Per certi versi si può collegare con quanto detto per TGTB&TQ, il quartetto londinese infatti ci racconta un vicino futuro dove le sonorità sono caotiche, sparate ad alto volume, piene di backingvocals, strabordanti (come la bellissima chitarra scordata che suona il motivo su Gravity's Rainbow), per certi versi barocche. Il disco ha questo Noise Sound che non lascia nulla al caso, tipico del punk più scrauso, chitarre stuprate con sadica meticolosità, batteria che suona i tempi giusti, linee di basso indiavolate, doppie voci per quasi l'intero lp, tastiere che creano un suono dall'elettronico al gotico, un'apocalisse sonora che ha la sua conclusione nella canzone, forse simbolo di questo impressionante lavoro produttivo che è stato svolto assieme a James Ford, Four Horseman of 2012. La traccia nascosta alla fine del cd, un insieme sconnesso di suoni e rumori che compongono una sinistra melodia che si rivela dopo quasi venti minuti di silenzio, appare come un segnale lanciato dai pochi sopravvissuti all'apocalisse del mondo futuro a cui abbiamo assistito. Ciò che è ancora più interessante in questo album è poterlo confrontare con i singoli e gli ep rilasciati precedentemente dove si trovano le stesse canzoni, ma non elaborate, permettendo così di apprezzare ancora maggiormente il lavoro di maturazione sopraffina svolto da questo gruppo. Naturalmente a Marzo si vanno vedere all'Estragon.
The View con il loro primo album, Hats Off The Buskers, hanno appena raggiunto la vetta della UK Album Chart questa settimana, battendo TGTB&TQ, posizionatesi al secondo posto. Comprensibilissimo perché questi ragazzi scozzesi sfornano un disco dalle sonorità tanto brit-pop-rock anni '90 che è davvero un piacere ascoltarlo. Hats Off The Buskers potrebbe essere datato 1995 tranquillissimamente. Questo dovrebbe essere un aspetto negativo a detta di molti, invece, risulta essere proprio il lato più piacevole del disco anche perché comunque risente di tutto ciò che si è sentito nei dodici anni seguenti (soprattutto da parte di Pete Doherty e Carl Barat e i loro The Libertines, a dimostrazione di ciò il fatto che il gruppo abbia fatto da supporto per Babyshambles in diverse date in giro per l'UK). Un bel disco ballabile e divertente, in definitiva ciò che si chiede a un buon lp. Ottimo debutto. Da vedere appena approderanno ai nostri lidi.
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